BARBANERA // “Come siamo arrivati a questo punto?”

[Paolo Mattia ci racconta e riflette sull’evoluzione della politica italiana, dagli “anni di piombo” alle “sardine”, attraverso una emozionante narrazione in prima persona]

“Salve a tutti, ci chiamiamo Giorgio e Gabriele, siamo fratelli e siamo nati nel 1960.
Io (Giorgio) all’età di 14 anni mi sono avvicinato alla vita politica nell’allora Fronte della Gioventù (il movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano) e mio fratello, Gabriele, quasi in contemporanea, è entrato a fare parte della Federazione Giovani Comunisti Italiani (movimento anch’esso giovanile ma del Partito Comunista Italiano).*
A casa è sempre stato un problema convivere: voi immaginate che voleva dire litigare ogni giorno a scuola e tornare a casa per pranzo, rilitigare, uscire il pomeriggio e discutere ancora, la sera uscire per la riunione o per l’attacchinaggio ed avere ancora discussioni?
Snervante questa cosa, davvero logorante, ma siamo stati bravi ragazzi, coerenti con le nostre idee, magari non proprio stinchi di santo ma mai delinquenti. Abbiamo sempre ripudiato chi, in nome di un’idea ha ucciso innocenti, chi ha ucciso per diversità ideologica non ci è mai piaciuto.
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Anni di piombo - WikipediaGli anni di piombo, gli anni nei quali i tuoi genitori pregavano nel vederti rientrare la sera sano e salvo, stavano per finire con l’uccisione di Paolo Di Nella a Roma nel 1983, si chiudeva l’epoca della paura e dei sogni ma noi, ancora, non lo sapevamo.
Gabriele vide la propria vita cambiare nel 1989 con la “Svolta della Bolognina”, vide il Partito Comunista Italiano dissolversi e trasformarsi, in pochi anni, nel “Partito Democratico della Sinistra”: aveva 29 anni e quanto lo presi in giro, dandogli del rinnegato, del democristiano e, quando proprio volevo farlo restare male, del venduto. Lui non poteva ribattere, d’altronde io ero militante dello storico MSI che, nonostante gli ovvi cambiamenti e ricambi generazionali, era rimasto sempre fedele all’idea.
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Entrambi rimanemmo “illesi” (io un pó di più a dir la verità) da Tangentopoli ed inizió la cosiddetta “seconda Repubblica”; nessuno poteva immaginare che da lì a qualche anno anche noi avremmo scimmiottato quel cambiamento con la “Svolta di Fiuggi”; e lo avremmo fatto in peggio, avremmo rinnegato dall’oggi al domani gran parte della nostra storia facendo nascere “Alleanza Nazionale” con una scelta imposta da Gianfranco Fini.
Ormai, caduto (e riciclato) tutto l’apparato della prima Repubblica, inizia l’era del bipolarismo, da una parte il centrodestra e dall’altra il centrosinistra. Io devo condividere il mio percorso politico con ex missini, liberali, democristiani e leghisti secessionisti, mio fratello con ex comunisti, democristiani (sono riusciti ad infilarsi ovunque) e progressisti.
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La sera ci confrontiamo e siamo demoralizzati, ormai abbiamo quasi 40 anni, sono venuti meno i grandi sogni che animavano le nostre giornate, ma la fiammella dei sogni di rivolta ancora tenuemente arde.
Continuano le riunioni settimanali e, nel segreto delle rispettive sezioni, ogni tanto si sentono appellativi che sembrano richiamare un passato, qualcuno di noi si chiama ancora “camerata” e qualcuno di loro si chiama ancora “compagno” anche se la falce e martello dal simbolo del “PDS” sparisce definitivamente e la fiamma tricolore diviene sempre più piccola nel simbolo della neonata Alleanza Nazionale.
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Quando Romano Prodi si preoccupa degli operai vuol dire che ...Il centrosinistra vince le elezioni e Romano Prodi (premier e leader della coalizione) ci traghetta in Europa. Non lo ammetteremo mai ma stiamo sognando tutti, stiamo sognando un futuro di prosperità e benessere, un futuro da protagonisti nello scacchiere geopolitico mondiale.
Niente di più sbagliato!
Arrivano le elezioni di fine primo decennio (2008) e il centrosinistra, con l’ennesima svolta, uccide definitivamente ogni forma di annacquata ideologia formando il PD, un insieme di post comunisti e post democristiani accomunati dalla parola “democratico”, che, comunque, è un must e ci sta sempre bene su tutto.
Penso, per quanto posso far parte di un partito oramai senza identità, senza legami con il passato, almeno nel mio simbolo è rimasto qualcosa che richiama le mie tradizioni, quella fiamma piccola piccola ancora esiste, posso prendere finalmente in giro mio fratello senza aver paura di essere smentito dopo poco tempo. Ma l’esperienza insegna, Silvio Berlusconi da luce al PDL che, seguendo pedissequamente l’esempio del centro sinistra, non vuol dire nulla se non parole messe lì a caso per raccattare qualche voto in più.
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Las siete vidas de Silvio Berlusconi | El Huffington PostQuesta volta è troppo, io e Gabriele decidiamo che le nostre rispettive esperienze sono arrivate al termine e cerchiamo qualche nuova casa che possa farci sentire ancora vivi, che possa metterci nella condizione di ritrovare entusiasmo ma, purtroppo, di serio non esiste nulla. Decidiamo di metterci in attesa di nuove forze politiche che possano, quantomeno, leggermente avvicinarsi alle nostre rispettive idee.
Ormai siamo grandi ma ancora animati da quella voglia di fare politica che ci ha spinto a 14 a prendere scelte opposte ma che, sotto alcuni aspetti, possono condividere tanti punti in comune.
Gabriele frequenta circoli, centri sociali e case del popolo, io associazioni culturali, centri di aggregazione e piccoli movimenti locali, finché un bel giorno mi rendo conto che tanti miei amici con i quali condivido le mie giornate e le mie lotte politiche iniziano a guardare con simpatia a ciò che era il nostro storico primo nemico, più dei comunisti stessi: molti inspiegabilmente iniziano ad avvicinarsi alla Lega Nord!
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Pensionato Bossi ormai il nuovo leader che sgomita per arrivare in cima al “carroccio” è un giovane Politico e attivista milanese, tale Matteo Salvini; giovane dalle indubbie capacità politiche, dalle grandi capacità comunicative e di attirare attorno alla sua figura consensi che prima non si sarebbero mai avvicinati alla Lega.
Decido di avvicinarmi anche io, la mia voglia di fare politica tornando a parlare di patria, sovranismo ed identità supera il mio scetticismo iniziale ed inizio a frequentare la sezione locale della Lega (ormai non più nord).
Mio fratello continua imperterrito tra centri sociali e case del popolo fin quando un bel
giorno si imbatte in un ragazzo che, per contrastare Salvini alle elezioni Regionali dell’Emilia Romagna, inventa un movimento di popolo senza idee e senza ideali, che si ispira ad una tradizione che non gli appartiene ma alla quale ammicca continuamente con slogan e canzoni. Io torno a cantare orgogliosamente l’inno italiano, Gabriele orgogliosamente “Bella Ciao”.
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Elezioni politiche del 2023, io e Gabri siamo candidati alla camera, io con la
Lega-Salvini premier” e lui con il “Movimento delle Sardine”: io e Gabriele siamo Deputati della Repubblica Italiana.
I primi mesi vanno a gonfie vele, abbiamo un curriculum politico da fare invidia a mezzo Parlamento, ma la Lega torna a parlare di secessione, torna a parlare di sud e propone sempre meno tutele verso la mia terra, alle sardine non interessa nulla se non parlare di ong e di migranti, io e Gabriele ci rendiamo conto che questo non è quello che abbiamo sempre sognato e decidiamo che ora, e per sempre, è arrivato il momento di riporre nel cassetto i nostri sogni, così distanti ma, a tratti, così simili e puri a tal punto da diventare irrealizzabili.
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Io e Gabriele sogniamo ancora giorni di rivolta, sogniamo ancora uno stato sociale che tuteli le fasce più deboli, sogniamo ancora, con modi e strumenti diversi, un mondo giusto e ci siamo resi conto che, forse, da giovani, negli anni che furono, sarebbe stato meglio vivere insieme alcune battaglie perchè i veri nemici non devono essere i cuochi che propongono formule diverse per la stessa ricetta ma il padrone del locale che, in mala fede e per interessi personali, vuole svendere il ristorante”.

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