
“Anche il razzismo è una pandemia. Basta! Stop al razzismo!”: firmato Pepe Reina, calciatore spagnolo di proprietà del Milan, in presito all’Aston Villa.
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Tutto molto bello, vero? A quanto pare no.
Almeno secondo Roberto Sotomayor, atleta spagnolo vicino alla formazione di sinistra Podemos che, al tweet di Reina, ha risposto furente: “Stai scherzando o ci prendi in giro?”.
Pochi giorni fa, infatti, Pepe Reina aveva condiviso entusiasta la foto di una manifestazione contro il governo (di Podemos e Psoe) organizzata da Vox (opposizione di destra) – ed era stato per questo sommerso di insulti e minacce di antifascisti.
E, attraverso un assurdo “ragionamento” purtroppo consueto a sinistra, l’antirazzismo non è ammissibile se sei di destra, in un cortocircuito logico che impedisce perfino all’evidenza di smentire il pregiudizio: se sei anti-razzista e di destra, non sei anti-razzista per davvero.
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Da un lato, quindi, l’impossibilità anti-scientifica di dimostrare il contrario, dall’altra la arrogante pretesa di un’esclusiva sull’anti-razzismo e di un certificato di superiorità morale auto-assegnato, che certo fa comodo a chi politicamente non ha più altri argomenti a disposizione.
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Di fuoco la reazione di Reina all’attacco di Sotomayor: “Mi dispiace se difendere le libertà e le garanzie di convivenza in un quadro costituzionale possa essere scambiato per una forma di fascismo. Sono orgoglioso di condividere la mia vita e affetti con gente di ogni etnia, condizione sessuale, sociale e credenza religiosa. Assurdo che ancora esistano “liberi-pensatori” che pensano in bianco e nero, reclamando libertà mentre frustano tutto quello che non quadra con il loro codice binario”.
La nostra solidarietà, naturalmente, a Pepe Reina, vittima dello squadrismo mediatico antifascista.
La nostra solidarietà, naturalmente, a Pepe Reina, vittima dello squadrismo mediatico antifascista.