Abbiamo visto come la nuova centralità del concetto di sovranità come categoria politica sia conseguenza della “sommatoria della dialettica destra/sinistra tradizionalmente dominante ad una crescente contrapposizione tra, appunto, sovranisti e anti-sovranisti/globalisti, accentuatasi progressivamente insieme ad una aumentata visibilità (a partire dalla Seconda Guerra Mondiale) del potere degli organismi di governo sovra-nazionali”.
Dunque, partendo dalla sovranità come dato di fatto storico-politico quanto meno fino al secondo conflitto mondiale, resta da capire se, come e perché questo avvenimento abbia cambiato le carte in tavola e, in ogni caso, come si sia modificata la considerazione della sovranità nella teoria politica. L’impressione, infatti, è che i mutamenti imposti dalle contingenze abbiano indotto il salto di livello, che gli eventi abbiano influenzato la teoria e se, com’è ovvio, ciò non è avvenuto del tutto passivamente, è fuori di dubbio che il nuovo scenario abbia ispirato soluzioni nuove ed un approccio differente. Più semplicemente, potremo dire che, se di cosmopolitismo si è sempre “fantasticato” nella filosofia politica, i nuovi equilibri creatisi hanno dato coraggio, concretezza e contenuti all’utopia globalista.
Sintomatica e paradigmatica può ritenersi, ad esempio, la copertina dedicata al tema dal settimanale “Internazionale” lo scorso 4 maggio 2018: “LA FINE DEGLI STATI“. Continua a leggere
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