“Emozionarsi non è reato: come liberare i maschi dal maschilismo”.
Jonathan Bazzi, noto per esser stato “scoperto” e poi sputtanato da Selvaggia Lucarelli, collaboratore di gay.it per il quale scrive soprattutto di se stesso, “ospite” lo scorso 4 settembre de “Il Fatto Quotidiano“, dall’alto della sua esperienza, ha deciso di sfidarci a “immaginare e legittimare versioni alternative dell’identità maschile eterosessuale“. Come iniziare? Bene, è facile. Gli uomini devono “decostruire la loro identità“. Proprio così.
Essere maschio “il più delle volte” significa ricoprire il “ruolo del carnefice”. Ecco, dunque, come risolvere la situazione: “prendere lo spazio che hanno nella società e renderlo femminista“, ci spiega citando l’attivista Kelly Temple. Gli uomini, insiste, possono essere di più: “possono giocare con l’identità e emozionarsi, ‘sconfinare esteticamente, sperimentare – anche col corpo e la sessualità, deragliare dai binari dei ruoli”. Insomma, devono evitare di essere maschi. Continua a leggere
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