“Report” svela le furbate di Benigni: ecco cosa ha fatto coi soldi pubblici

Nel 1999 Roberto Benigni vince il premio Oscar come miglior attore protagonista e per il miglior film straniero con “La vita è bella”. Un’impresa che galvanizza l’Italia e, soprattutto, Terni, dove il film è stato girato. E così, quando il comico toscano propone all’amministrazione comunale di dar vita agli “Umbria Studios” e far concorrenza a Cinecittà, immediatamente il Comune reperisce fondi europei, statali e, ovviamente, locali per avviare i lavori di bonifica e ristrutturazione di alcuni stabili presenti nella frazione di Pavigno. Un investimento che, spiega il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, finisce per superare i dieci milioni di euro. Benigni e la sua compagna e attrice Nicoletta Braschi, però, accumulano un passivo di ben cinque milioni di euro e così, nel 2005, dopo gli insuccessi di “Pinocchio” e “La tigre e la neve”, arriva la furbata: a rilevare gli studi di Terni (inclusi i debiti accumulati dal premio Oscar), senza investirci né produrci nulla, è Cinecittà Studios, società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentis e Andrea Della Valle, creata per gestire il ramo d’azienda che lo Stato, nel ’97, sotto il governo Prodi, aveva deciso di privatizzare, trasformando Cinecittà da ente pubblico economico in società per azioni. Continua a leggere