Non esistono santi nel paradiso democratico: il Manifesto di Ventotene non è indiscutibile

La cosa più scoraggiante della politica è che, tanto i suoi protagonisti quanto i loro “followers”, sono irrimediabilmente concentrati nel dare addosso all’avversario, a prescindere. A scapito della verità e del dialogo. E che difendere le ragioni di qualcuno su una questione concreta sembra per forza dover significare parteggiare per questo qualcuno. Si tratta del peggiore “bias” della politica, diretta derivazione delle divisioni tribali, piuttosto che di un civile confronto.

E così accade che Giorgia Meloni legge – come giustamente sottolinea – delle frasi tratte dal Manifesto di Ventotene e la sinistra, fuori e dentro il Parlamento, si scatena, si scandalizza, urla, come se avesse profanato un dogma sacro. Un modo di fare tutt’altro che razionale direi. E tutt’altro che democratico peraltro. Né il Manifesto di Ventotene, né il suo autore Altiero Spinelli, né nessun altro testo o pensatore politico-religioso, possono essere considerati esenti da riflessioni, critiche e opinioni nel merito. Non esistono santi nel paradiso democratico.

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