Usa e Iran tentano di normalizzare le proprie relazioni diplomatiche. Ed Israele si innervosisce, scalpita, freme. Non sopporta di vedere il suo dipendente statunitense prendere iniziative di testa sua. E contro i suoi interessi.
E, giunto a New York, per intervenire davanti l’assemblea dell’Onu ed incontrare lunedì il presidente Obama, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha immediatamente chiarito l’obiettivo primario della sua missione: condannare gli Usa rispetto ad un eventuale riavvicinamento con l’Iran.
Alimentando tensioni per mettere in difficoltà l’amministrazione americana.
“Nello stesso momento in cui condanna il terrorismo sul suolo americano – hanno riferito funzionari israeliani -, l’Iran invia un agente a raccogliere informazioni per un possibile attacco contro l’ambasciata degli Stati Uniti”.
Un’accusa pesante che fa riferimento all’arresto di una “presunta” spia iraniana, con la quale Israele cerca di convincere gli Usa che quella dell’Iran è una semplice operazione di facciata, mentre nella realtà rimarrebbe sempre lo stesso Stato amico del “terrorismo” che era l’altro ieri.
Parole che, del resto, fanno eco alle dichiarazioni rilasciate dal parlamentare ed ex ministro degli Esteri Avigdor Lieberman: “mentre l’attenzione del mondo è concentrata sui tentativi del presidente iraniano di farsi passare come moderato e conciliante, è importante ricordare che gli iraniani, nel corso degli anni, hanno sempre avuto la tendenza a comportarsi ingannevolmente” con false promesse e false informazioni.
Quello dell’Iran, insomma, non sarebbe un nuovo corso, ma una semplice operazione di immagine. Un doppio gioco. Ed Israele non farebbe altro che tentare di mettere in guardia gli ingenui Usa.
Ed a nulla è servita, evidentemente, l’indicazione data dal premier israeliano, tesa ad evitare dichiarazioni in merito alla telefonata intercorsa tra Obama ed il presidente iraniano Hassan Rohani. Una cortesia diplomatica, a poche ore dall’incontro con il presidente statunitense, che, come in altre occasioni, i politici israeliani non hanno ritenuto di dover usare.
Fonte: http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/1.549421