Strano il mestiere del giornalista.
Può capitare che il Blocco Studentesco – organizzazione giovanile nata da CasaPound – protesti in una scuola per il diritto allo studio entrando goliardicamente nell’edificio con fumogeni tricolori ed il povero giornalista si trova subito costretto a fare titoloni da prima pagina e servizi con tanto di volti spaventati per Studio Aperto.
Poi gli capita tra le mani una notizia reale ed è costretto a sminuire perché il padrone non vuole. Perché a fare danni sono stati i buoni, quelli di sinistra (oddio, si può dire sinistra in questi casi?!), insomma, i non-fascisti.
Ed in questo caso il pompiere è addirittura il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, protagonista involontaria, ieri, di una dura contestazione in quel di Rende (Cosenza), in occasione di una visita all’Università della Calabria, ritrovo storicamente rosso di una Calabria che tende al nero.
«Gli studenti – scrive il Quotidiano della Calabria – hanno forzato il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine e hanno fatto irruzione nell’area protetta attorno alla sala dove è in programma la cerimonia alla presenza delle autorità. All’arrivo dell’auto con Maria Chiara Carrozza la situazione si è fatta ancora più delicata. Sono state lanciate pietre contro il veicolo. La polizia ha effettuato cariche di alleggerimento e qualcuno e finito anche a terra».
«I cori, il lancio di sassi, poi il cordone delle forze dell’ordine forzato», questo il quadro dipinto invece dalla Gazzetta del Sud.
Ma a distanza di qualche ora una breve nota del ministro bacchetta e dà la linea per l’indomani: «la notizia è stata amplificata troppo».
Parole che mettono in imbarazzo le stesse testate che hanno riportato l’episodio: «posso assicurare – afferma infatti il ministro – che nessuno studente ha lanciato uova o pietre contro la macchina».
Una versione che sarebbe anche credibile, se non fosse che lo stesso Quotidiano ribatte timidamente: «La contestazione però c’è stata e i sassi sono volati. Tanto che due carabinieri, secondo quanto riferisce l’Ansa, sono rimasti lievemente contusi e si sono recati al pronto soccorso dove sono stati medicati per lievi escoriazioni alla testa».
“Il Fatto Quotidiano”, che meritoriamente riporta la notizia a pag. 9 ma la nasconde in un piccolo riquadro, questa volta si traveste da democristiano: in prima battuta descrive il lancio di pietre e uova, in chiusura rilancia la versione del ministro, senza smentirsi e senza spiegare quale delle due è la notizia da considerarsi vera.
Intanto sfumano le prime pagine. La notizia è ridimensionata dai giornali locali, figurarsi sui notiziari nazionali. Non sarà che davvero “quelli là” hanno lanciato davvero le pietre al ministro? Probabile, viste le foto. Di sicuro, i servizi di Studio Aperto ed i volti scandalizzati dei commentatori pronti a censurare il comportamento dei soliti violenti ce li siamo risparmiati. Quelli sono riservati ai fascisti.