Una ciclabile di 17 km a Catanzaro? Ecco dove e perché si può fare

In Europa l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto urbano e turistico dà vita a un fatturato di circa 44 miliardi di euro. In Italia, la cifra arriverebbe appena ai due miliardi. Perciò è potenzialmente una buona notizia la presentazione, lo scorso 10 novembre a Rimini, dell'”Atlante di viaggio lungo le linee ferroviarie dismesse“. La pubblicazione, curata dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, è contestuale all’inserimento, tra gli obiettivi del Piano Industriale 2017-2026, di un “programma di valorizzazione dei binari non più utilizzati, che consentirà di arricchire la rete di mobilità sostenibile italiana e di recuperare i tracciati che percorrono paesaggi ricchi di storia e bellezze naturali”. Intenzioni che, nell’introduzione di Gioia Ghezzi (presidente Fsi) e Claudia Cattani (presidente Rfi), sono mirate anche a preservare la “memoria storica” dei luoghi.

Tratto dal numero di gennaio di “Catanzaro City Magazine”

Cavalcare, pedalare e camminare” quali strumenti per “viaggiare nel tempo“, spiegano le due donne al vertice. Con innegabili vantaggi economici per il gruppo, che risparmierebbe sulla gestione, ma anche per il territorio. Da un punto di vista pratico, infatti, una rete di percorsi di mobilità “dolce”, ciclabili o comunque ciclopedonali, non solo contribuirebbero a “migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l’attività turistica” – come viene fatto notare nel volume – ma sarebbero, prima di tutto, un passo importante nell’ottica del “recupero” paesaggistico. Un ottimo esempio di filosofia del riutilizzo applicato al campo delle infrastrutture e, dopo tutto, anche all’architettura del paesaggio: lo sviluppo non deve per forza accompagnarsi all’imbruttimento del territorio con l’abbandono di ciò che è “vecchio”.

Il parco archeologico “Scolacium” a Roccelletta di Borgia [CZ]
Ecco perché non si può che accogliere con speranza la presenza nell’Atlante del tratto ferroviario dismesso che va da Settingiano a Catanzaro Lido. Nel bel bezzo dell’ismo catanzarese, la linea interessata segue prima la valle del fiume Corace e poi giunge a Catanzaro Sala concludendo il suo percorso presso l’ancora attiva stazione di Catanzaro Lido. Nel complesso, si osserva, 17 km di tracciato che permettono di raggiungere “l’interessante” città di Catanzaro ma anche di giungere poco distanti all’importante parco archeologico “Scolacium” a Roccelletta di Borgia. Dettagli che sembrano già suggerire un approccio integrato al progetto, secondo un concetto di “rete” a partire dal quale dovrebbe essere realizzato ogni intervento sul territorio. Non cattedrali nel deserto e sprechi ma riutilizzo e connessione. Nel Def 2017 sono stati inseriti ben 374 milioni di euro per la realizzazione di dieci ciclovie nazionali. In commissione trasporti si discute un disegno di legge per lo “sviluppo della mobilità in bicicletta e la rete nazionale di percorribilità ciclistica”. Ma, su 7mila km di tratte dismesse, finora sono state realizzate in Italia solo 800km di “green ways”, 500km dei quali al nord. Dal momento che la loro realizzazione, secondo la legge 128/2017, è condizionata al reperimento delle risorse necessarie, si spera che la Provincia di Catanzaro possa attivarsi in questo senso. E, nel frattempo, si potrebbe iniziare con una maggiore attenzione alla mobilità in bici anche nei singoli comuni. Il disastro della pista ciclabile da Santa Maria a Catanzaro Lido non può essere facilmente dimenticato.

Emmanuel Raffaele Maraziti
Catanzaro City Magazine – Gennaio 2018
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