“Daimyo – Signori della guerra in Giappone”. Se avete in programma un viaggio a Parigi nelle prossime settimane, ecco una mostra che non dovete perdervi. Infatti, dallo scorso 15 febbraio e fino al prossimo 13 maggio, presso il Guimet, il Museo nazionale di arti asiatiche e l’adiacente Hôtel d’Heidelbach e – grazie alla collaborazione tra le due strutture – anche presso il Palazzo di Tokio (dove troverete una installazione dell’artista britannico George Henry Longly), sarà possibile entrare e immergersi per un giorno nell’universo dei leggendari samurai giapponesi.
L’esposizione, che riunirà per la prima volta pezzi provenienti da collezioni pubbliche e private, permetterà di scoprire decine e decine di armature, oggetti ornamentali e armi appartenuti alla casta guerriera del Paese del Sol Levante, al potere tra modernità e tradizione fino alla XIX secolo.
Inaccessibili, profondi e possenti come le loro armature, i samurai sono entrati a far parte del mito grazie ad un immaginario che li ha raccontati come una sorta di monaci-guerrieri, con la religione della fedeltà e dell’onore e la ricerca della perfezione interiore ed esteriore come fine dell’esistenza, poeti sopraffini e cuori d’acciaio.
Al di là della storia, figure centrali nella storia del pensiero orientale che incarnano più di ogni altra cosa.