Novecento migranti sono sbarcati poche ore fa in Sicilia, da una nave con a bordo anche il cadavere di due persone morte nel tragitto. Un altro arrivo, dunque, proprio a ridosso delle polemiche sollevate dalla chiusura dei porti e dal “no” del Ministro dell’Interno Matteo Salvini alla nave “Aquarius”, con a bordo 629 migranti, infine accompagnati dalla Marina Militare Italiana nel porto di Valencia.
“Ringrazio la Spagna – ha affermato ieri Salvini in Senato, riferendo sulla vicenda – ma ricordo anche che l’Italia ospita circa 170mila richiedenti asilo nelle strutture d’accoglienza, la Spagna appena 16mila: quindi, ci sarà modo di essere accoglienti anche nelle settimane a venire”. Una provocazione che segue alle frizioni avute anche con la Francia e la convocazione dell’ambasciatore da parte del governo italiano, dopo le pesanti affermazioni fatte proprio da esponenti del governo d’Oltralpe sul comportamento tenuto in merito alla vicenda. “Sulla base degli accordi del 2015 sul ricollocamento dei migranti, la Francia – ha sottolineato il ministro – si era impegnata ad accogliere 9816 immigrati, ma in tre anni ne ha accolti soltanto 640: si prenda i 9mila che rimangono. Inoltre, dal 1 gennaio al 31 maggio 2018 i respingimenti alla frontiera tra Italia e Francia hanno visto rimandare indietro 10.249 esseri umani, compresi donne e disabili: l’Italia è il secondo Paese in Europa per accoglienza”. Numeri che imbarazzano il governo di Emmanuel Macron, che pure ancora non si è scusato, mettendo a serio rischio il vertice previsto tra i due Paesi.
Quanto a Malta, Salvini – sulla base della relazione della centro di coordinamento della capitaneria di porto di Roma contattato per primo – ha spiegato come, dopo il rifiuto iniziale della Libia, quando la nave Aquarius si trovava nell’area di responsabilità libica, anche Malta abbia respinto la richiesta di fornire un porto sicuro nel momento in cui la nave si avvicinava all’isola. Nella fase immediatamente successiva il governo italiano ha quindi offerto la possibilità di far sbarcare le persone che avessero eventualmente avuto bisogno di assistenza sanitaria, ricevendo però un rifiuto dal capitano. “C’è molta differenza tra quanto è stato raccontato e la realtà”, ha evidenziato Salvini, che si è detto soprattutto stanco di “di essere dipinto come uno che vuole il male dei bambini: ho due figli e sono stufo dei bambini che muoiono nel Mediterraneo perché qualcuno racconta a queste persone che in Europa c’è casa e lavoro per tutti. Sono stufo di questi morti di Stato“. All’inizio del suo intervento, del resto, aveva fatto riferimento a una “invasione gestita da criminali” e nelle conclusioni ha esplicitamente parlato degli strani finanziamenti di George Soros alle ong che operano e fanno di fatto da taxi per migranti: “saranno oggetto della prossima informativa”, ha rassicurato.
“E’ tempo che gli Stati tornino a essere Stati: non è possibile che debbano essere associazioni private finanziate da chissà chi a imporre tempi e modi dell’immigrazione. Si deve tornare a ragionare di protezione delle frontiere italiane come frontiere europee”, ha dichiarato poco prima di chiudere il suo intervento, tra gli applausi e la standing ovation dei senatori. “Isolati? Non siamo mai stati così centrali ed ascoltati“, ha osservato.
Quanto al business dell’accoglienza, Salvini ha illustrato i costi nettamente inferiori affrontati dagli altri Paesi europei: “i francesi spendono per ogni richiedente asilo 25 al giorno, tedeschi 26, croati 25, austriaci 23: cercheremo di portare i costi di questa immigrazione per noi difficilmente sostenibile a livelli degli altri paesi europei“. Inoltre, ha annunciato un prossimi incontro con i 250 ragazzi appena formati per far parte delle commissioni che devono decidere sullo status di rifugiato. “C’è bisogno di accelerare i tempi, dal momento dello sbarco alla chiusura del percorso passano circa tre anni: un lasso di tempo inaccettabile e incomprensibile” e che, secondo il ministro, nasconde un altro affare d’oro, quello degli avvocati: “il 99% delle domande respinte è oggetto di ricorso e c’è il business degli avvocati di ufficio che fanno milioni di euro sulla pelle di questi disgraziati: anche su questo occorre fare qualcosa”.
Nel merito ha poi ribadito le cifre che soltanto i giornali di sinistra fanno ormai finta di non vedere: “fra le 42mila domande esaminate nel 2018, lo status di rifugiato politico è stato riconosciuto in 7 casi su 100. Se aggiungiamo i 4 casi su 100 di protezione sussidiaria arriviamo all’11% dei casi, mentre c’è una maggioranza assoluta di domande respinte perché priva di qualsiasi fondamento”.
Ecco perché, poco prima dell’emozionato ringraziamento ai colleghi, ha voluto probabilmente rispondere indirettamente alle polemiche sollevate anche dal Vaticano: “ama il prossimo tuo come te stesso? Il mio prossimo sono donne e bambini che fuggono dalla guerra, le prime vittime della confusione che stanno vivendo e non possono essere mischiate a una immigrazione clandestina che porta solo allo scontro sociale. Ma ama il prossimo tuo come te stesso significa anche amare i milioni di italiani che in silenzio hanno perso casa, lavoro e speranza: a loro dedicherò la mia vita e il mio lavoro da ministro”.