E’ ancora davvero troppo presto per cantare vittoria ma, proprio in queste ore di tensione, il Wall Street Journal – in un servizio rimbalzato su RaiNews ed altre testate italiane – ha annunciato che potrebbe finalmente essere pronto il vaccino contro il covid-19, altrimenti noto come Coronavirus.
A produrlo, nell’impianto di Norwood in Massachusetts, sarebbe la casa farmaceutica Moderna Inc e il primo lotto sarebbe ora allo studio dei ricercatori americani dell’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive di Bethesda. Il loro lavoro sarà quello di dare una prima valutazione per poi eventualmente avviare i test su un piccolo campione di persone entro la fine di aprile per avere i primi risultati tra luglio e agosto.
E certo, i tempi possono sembrare lenti rispetto al panico che si sta creando nei luoghi in cui il virus ha fatto già la sua comparsa, ma potrebbero essere sufficienti ad impedire la pandemia se, nel frattempo, i Paesi saranno in grado di contenere la diffusione. E, soprattutto, come sottolineano dal Wsj, sono tempi insolitamente rapidi per un vaccino, che normalmente richiede anche anni di ricerca e studio.
DIFFERENTE DA UN NORMALE VACCINO
In un video, infatti, la testata finanziaria americana spiega che, per velocizzare il processo, si sta sperimentando una “Vaccine Rapid Response Platform“, che lavora a partire dalla sequenza genetica del virus messa a disposizione dai cinesi su una piattaforma pubblica. A differenza di un vaccino normale, il vaccino che si sta tentando di produrre in fase ancora emergenziale agisce inviando alle nostre cellule, nella forma di Dna o Rna, le istruzioni necessarie a creare gli antigeni che combatteranno il virus. Nel caso di un normale vaccino, invece, gli antigeni – che sono avvertiti dal sistema immunitario come presenza estranea e pericolosa e stimolano il nostro corpo a produrre eliminarli – sono iniettati direttamente con il vaccino, ma questo richiede tempi più lunghi perché bisogna a tutti gli effetti sviluppare il virus.