Stanno facendo passare Mark Rutte quasi come un sovranista, interessato solo agli interessi del proprio Paese, quasi un alieno in ambito europeo e c’è addirittura chi non ha esitato a fare paragoni con Salvini, sottolineando i danni degli “egoismi nazionali”.
IL SUO UN PARTITO EUROPEISTA
In realtà, vale la pena ricordare che il liberal-conservatore Rutte è leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, una formazione che, in Europa, aderisce al Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa: lo stesso a cui aderiscono gli ultra-europeisti italiani di “+ Europa” (formazione nata sulla scia dei “Radicali”). E che la sua linea di austerità di bilancio e tagli alla spesa sociale (leggi neoliberismo), che trova molti sostenitori anche nel nostro Paese, è la linea che fino a poco tempo fa andava per la maggiore in ambito europeo e che, peraltro, non è certo ufficialmente cambiata essendo costituzionalizzata (regole e parametri non sono certo cambiati, anche se la Germania e la Commissione sembrano essersi un po’ ammorbiditi a causa delle contingenze e appaiono oggi come mediatori tra l’Italia e i “frugali”).
CHI E’ MARK RUTTE
Protestante, premier dal 14 ottobre del 2010 (il secondo leader europeo per longevità), dopo aver vinto ben tre elezioni di seguito (2010, 2012, 2017), Rutte è anche leader del suo partito dal 2006. Al governo ci arriva per la prima volta nel nel 2002 (con la carica di ministro per gli Affari Sociali e l’Occupazione), dopo aver fatto strada nel mondo del business fino a ricoprire una posizione manageriale all’interno della multinazionale Unilever, un colosso con sede a Rotterdam e a Londra, un fatturato di circa 50 miliardi l’anno, oltre 400 marchi e tante vertenze ambientali aperte.
Il suo primo e brevissimo mandato da premier ci dice molto sulla sua linea politica e sul suo rapporto con il sovranismo: infatti, è proprio il mancato accordo con il Partito della libertà (fondato da Geert Wilders, precedentemente deputato per lo stesso partito del premier) sulle misure di austerità volute da Rutte, che causa nel 2012 la caduta del governo. Lì finisce la sua “esperienza” con i sovranisti, avendo in seguito governato con il Partito del Lavoro ed attualmente con una coalizione mista di cui fanno parte cristiano democratici, socioliberali e progressisti. Il suo è un partito senza dubbio europeista insomma.
Per farla breve, Rutte non è un mostro, ma incarna alla perfezione l’Europa dei Trattati europei neoliberisti, così come gli altri “Paesi frugali”.