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Infatti, nonostante fosse una riserva, qualcuno è riuscito a immortalarla quando, durante l’esecuzione dell’inno, è rimasta in piedi, mentre tutte le ventidue giocatrici in campo si inginocchiavano in nome del movimento “Black Lives Matter“.
“Ci siamo inginocchiati per protestare contro le ingiustizie razziali, la brutalità della polizia e il razzismo sistemico contro le persone di colore in America”, hanno affermato, in una nota congiunta, le due squadre, tra le quali figura il Portland Thorns Fc.
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La notizia di “Sam” che ha rifiutato di inginocchiarsi non è stata messa in risalto dai media americani, ma la foto ha iniziato spontaneamente a circolare e, con essa, anche gli attacchi alla giocatrice. Nel frattempo, Samantha, proprio ieri, ha postato su Facebook un video in cui difende l’inno nazionale statunitense da coloro che vogliono sostituirlo con qualcosa di più politicamente corretto.
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La notizia di “Sam” che ha rifiutato di inginocchiarsi non è stata messa in risalto dai media americani, ma la foto ha iniziato spontaneamente a circolare e, con essa, anche gli attacchi alla giocatrice. Nel frattempo, Samantha, proprio ieri, ha postato su Facebook un video in cui difende l’inno nazionale statunitense da coloro che vogliono sostituirlo con qualcosa di più politicamente corretto.
La giocatrice, però, non è stata la unica a non inginoccharsi nella prima giornata del campionato femminile. Nella partita Chicago contro Spirit, ad esempio, sono rimaste in piedi anche Rachel Hill, Ashley Hatch, Jordan Di Biasi e Aubrey Bledsoe. E già sono in fase di compilazione le liste di prescrizione contro le “cagne” – così le definiscono gli anti-razzisti – che non si sono inginocchiate.