
La mozione di censura presentata da Santiago Abascal, leader del partito sovranista Vox, contro il governo “socialista” di Pedro Sanchez è fallita: ad appoggiarla, infatti, sono stati soltanto i membri del suo partito.
A far rumore, però, è soprattutto il duro intervento del presidente del PP Pablo Casado contro Abascal che, con la mozione (e un intervento fortemente reazionario), si candidava alla presidenza del governo, tentando così il colpo di mano da destra.
Casado ha accusato Abascal di portare avanti una operazione propagandistica senza speranza, dimostrandosi personalmente inadatto alla presidenza: “non siamo come lei e non vogliamo esserlo”.
Il leader del partito di centro-destra, in un discorso mirato soprattutto a recuperare l’elettorato perduto (lo stesso Abascal è un ex PP), ha soprattutto inteso minare la credibilità di Vox come partito di governo, presentandosi come l’unica alternativa (moderata) possibile al PSOE.
“Non siamo equiparabili: tra noi c’è la stessa distanza che esiste tra liberalismo riformista e populismo antiliberale, tra patriottismo integratore e antipluralismo, tra economia aperta e protezionismo autarchico, tra vocazione europea e atlantista e isolazionismo, tra interesse generale e opportunismo demagogico”, ha affermato Casado.
Un taglio ideologico netto, quindi, che punta ad isolare ancora di più Vox e recuperare consensi.
NEL DISCORSO DI ABASCAL TROPPA RETORICA E POCHI FATTI
Casado non ha forse tutti i torti: l’operazione kamikaze condotta da Abascal, peraltro senza l’appoggio del PP, non poteva avere altro esito, prestando ingenuamente il fianco ad una sconfitta annunciata.
D’altro canto, come si era evinto nel corso delle proteste organizzate da Vox contro il governo, le critiche nella gestione della pandemia sono state generiche e, se vogliamo, anche contraddittorie: da un lato il tentativo di addebbitare al governo i morti di covid responsabile di una gestione “negligente”, dall’altro il no ad eccessive restrizioni. Insomma, un colpo al cerchio ed uno alla botte.
Nel discorso di Abascal, del resto, ancora una volta, avevano fatto capolino, insistentemente, la difesa della monarchia e gli attacchi ai separatisti, ai “comunisti amici dei terroristi” di Podemos ed al governo “amico della narco-dittatura venezuelana” e simpatizzante dell’Unione Sovietica.
Insomma, tanta retorica, in un discorso molto ideologico e poco concreto, che ha dato così l’occasione a Casado di presentarsi come la destra seria e concreta che Vox ha probabilmente dimostrato di non essere.
E non c’è nulla di cui rallegrarsi: al di là delle belle parole sul patriottismo integratore, Casado ha confermato che PP e PSOE vogliono praticamente le stesse cose, ovvero economia aperta, Unione Europea e globalizzazione.
Mentre il sovranismo partitico ha confermato la sua incapacità di fare politica per davvero, rimanendo ancora nel campo del conservatorismo fine a se stesso e della demagogia.
Emmanuel Raffaele Maraziti