Lo scorso mercoledì 19 ottobre, l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha presentato il suo libro presso la sede centrale di CasaPound Italia in via Napoleone III a Roma. Ma l’Associazione Nazionale Partigiani, evidentemente, finiti i tempi delle fughe in montagna, non ha molto altro da fare a parte scandalizzarsi, scandalizzarsi senza sosta. Ecco perché, alla notizia della presentazione di “Mundus Furiosus” a Milano il prossimo venerdì 16 dicembre, ancora su invito del movimento guidato da Gianluca Iannone, la solita dichiarazione fotocopia non sono proprio riusciti a trattenerla: “Trovo vergognoso che un ex ministro e attuale senatore della Repubblica italiana vada a presentare i suoi libri ospite di un’associazione di militanti che si definiscono i fascisti del terzo millennio. È un modo di farsi pubblicità spregiudicato, senza rispetto per la Costituzione”.
Queste la parole di Roberto Cenati, presidente della sezione Anpi provinciale di Milano, il quale – ha aggiunto – spera che l’evento, del quale non si conosce ancora il luogo, si svolga almeno “in un luogo privato e non istituzionale”. Saltella visibilmente di gioia “Repubblica”, che ha così modo di sfoggiare i suoi titoli di repertorio: “Bufera su Tremonti, presenta il suo libro a CasaPound e l’Anpi insorge: si vergogni”. Un modus operandi che, ovviamente, non mira certo a raccontare la bufera ma a crearla. In poche parole, un vera e propria chiamata “alle armi” ed al linciaggio mediatico, come dimostrano le divagazioni maliziosamente incluse nella notizia: la svastica sul murale dedicato alla partigiana Gina Galeotti Bianchi nel quartiere Niguarda e la protesta della comunità ebraica contro l’associazione Do.Ra di Varese che negherebbe l’Olocausto. Cose che tra loro non c’entrano assolutamente nulla, ma che servono a gettare fango e confondere, senza dover parlare dei contenuti culturali proposti da CasaPound Italia e dall’ex ministro Tremonti.
D’altronde, “io vado dove mi invitano”, aveva a suo tempo dichiarato Tremonti ai giornalisti in risposta alla domanda: “Perché CasaPound?”. Ecco, la domanda interessante sarebbe: perché l’Anpi non lo invita? Noi già immaginiamo la risposta e perciò suggeriamo all’Anpi di non scandalizzarsi tanto per la più naturale delle cose: gli avversari politici sono tali perché la pensano diversamente, si mettano l’anima in pace una volta per tutte.
Emmanuel Raffaele, 12 dic 2016