Missile nordcoreano nel cielo del Giappone: oggi la guerra è più vicina

Una minaccia seria, grave e senza precedenti“, questo il commento di Yoshihide Suga, membro del governo giapponese, dopo il lancio di un missile da parte della Corea del Nord che, stavolta, ha sorvolato il Giappone mettendo in allarme anche i cittadini, prima di finire nelle acque al di là dell’isola di Hokkaido.

Il missile, lanciato alle 5.57 di stamattina ora locale (mentre in Italia era ancora notte) da un’area vicina alla capitale Pyongyang, individuato in territorio giapponese pochi minuti dopo le sei, ha percorso ben 2700 chilometri, raggiungendo un’altezza massima di 550 chilometri, prima di cadere, diviso in tre parti, nell’Oceano Pacifico, a circa 1180 chilometri ad est di Erimo, nell’Oceano Pacifico.

Faremo il massimo sforzo per proteggere la vita delle persone“, ha dichiarato il premier giapponese Shinzo Abe, recandosi ad una riunione d’emergenza convocata per l’occasione. In occasione del lancio, infatti, il governo ha allertato la cittadinanza residente nell’area interessata, invitandola a portarsi al sicuro, anche se l’esercito nipponico non ha tentato di abbattere il missile.

Fonti americane, del resto, riferiscono che alcuni satelliti spia avevano già osservato i preparativi per un test di missili balistici adatti a raggiungere l’isola americana di Guam, sede proprio nell’Oceano Pacifico di una base militare statunitense e per questo minacciata da Kim Jong-un dopo le parole dure del presidente Usa Donald Trump contro le provocazioni nordcoreane. Nessun pericolo per il Nord America, chiarisce comunque il colonnello del Pentagono Robert Manning.

Situazione tesissima (e riunione d’emergenza), intanto, in Corea del Sud, dal momento che il lancio – con il quale Kim Jong-un si allontana sempre più dalla quota record di ottanta test missilistici compiuti – sembra essere una risposta soprattutto alla decisione sud-coreana di intensificare le esercitazioni militari e la propria capacità di difesa e offesa. Già in agosto, d’altronde, la Corea del Nord aveva invitato le Nazioni Unite a mostrarsi più risoluta sulla questione. Un mancato intervento potrebbe portare a “conseguenze catastrofiche“, aveva fatto sapere, attraverso una lettera, la missione nordcoreana. “Le esercitazioni militari costituiscono una grave minaccia alla pace ed alla sicurezza del mondo“, aveva avvertito il governo comunista: “se il Consiglio di Sicurezza ignorerà ancora una volta la richiesta della Repubblica Popolare Democratica di Corea, diventerà evidente che il Consiglio ha ormai smesso di rappresentare un organismo che si assume la responsabilità per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, ma è stato ridotto ad una marionetta e strumento politico degli Usa”.

E, a soli due giorni dagli ultimi tre test di missili a corto raggio, e dopo questo che, a rigor di diritto internazionale, è un vero e proprio atto di guerra, il Giappone attende la visita del premier inglese Theresa May proprio domani, per parlare di affari.

Emmanuel Raffaele

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