Facebook arma del sistema? Sembrerebbe proprio di si. Il colosso americano ha infatti cancellato definitivamente la pagina ufficiale del movimento “Britain First“, nonché quella dei suoi leader Paul Golding e Jayda Fransen, peraltro appena condannati rispettivamente a trentasei e diciotto settimane di carcere in seguito all’arresto che era scattato nel maggio 2017 per “reati d’odio“. L’account del partito di destra inglese – fondato nel 2011 da ex appartenenti al British National Party -, giunto ad avere oltre due milioni di like, è stato bloccato per motivi simili, stando alla nota ufficiale che, però, non specifica quali siano i post incriminati alla base della decisione.
“Siamo una piattaforma aperta a tutte le idee […] ma le visioni politiche possono e devono essere espresse senza ricorrere all’odio. Si possono esprimere opinioni forti e controverse senza bisogno di denigrare gli altri sulla base di chi sono”, riferisce il comunicato diffuso da Facebook, nel quale si sostiene che il gruppo avrebbe “ripetutamente postato contenuti costruiti per incitare all’ostilità e all’odio contro le minoranze”. Parole che fanno molto pensare ad una “sentenza social” di natura politica ed evidenziano anche i limiti di una realtà privata che, pur mettendo in comunicazione tutto il globo in forma quasi monopolistica, si base però su rapporti tra utente e azienda che offre il servizio del tutto squilibrati e unilaterali. Facebook fa il buono e il cattivo tempo e le sue decisioni pesano a livello planetario, sia politicamente che economicamente, ma, nonostante tutto, poco vale il diritto di difesa.
Britain First, dunque, neanche in futuro potrà essere presente su Facebook. Descritti su Wikipedia come “fascisti”, è curioso notare come in uno dei loro video di presentazione venga in realtà esaltata la democrazia britannica e il suo ruolo nella storia e nel mondo, incluso quello di “baluardo” contro il fascismo e il nazismo. Fieri dell’identità e delle istituzioni inglesi, quelli di Britain First sono però decisamente contrari all’immigrazione di massa, chiedono l’espulsione degli irregolari e la detenzione degli stranieri nei paesi di provenienza, libertà di assemblea ed espressione senza eccezioni, chiedono pene più severe contro la corruzione, sono contrari all’Unione Europea, decisamente poco inclini a qualunque concessione nei confronti dell’Islam (arrivando persino a proporre il divieto di pubblicazioni religiose), difendono la sanità pubblica, mirano a tutelare il ruolo dell’identità cristiana nell’educazione.
Emmanuel Raffaele Maraziti
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