Censura social, Forza Nuova si difende e invoca l’articolo 21

A febbraio il giudice del Tribunale di Roma Silvia Albano ha respinto il ricorso presentato da Forza Nuova contro Facebook sulla cancellazione dalla piattaforma degli account ufficiali del movimento. Ci siamo occupati della questione, anche in relazione ad un altro episodio simile: la censura ai danni del movimento CasaPound, che ha però vinto al momento il ricorso contro Facebook.
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Al riguardo, osserviamo innanzitutto che influisce negativamente il vuoto legislativo esistente nel valutare il ruolo che ricopre (soprattutto) Facebook in relazione alla circolazione e veicolazione dell’informazione online. In mancanza di questo, vige ovviamente la libertà di contratto tra le parti.
Fermo restando questo: qualunque contratto siglato tra le parti non può contenere disposizioni in contrasto con la Costituzione e con la legge. E qualunque recesso unilaterale non può essere arbitrario. Detto questo, la discussione è aperta quindi nel merito delle decisioni prese e sulla base dei fatti contestati.
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Sul piano politico, invece, è essenziale notare che ciascuno è libero di apprezzare o disprezzare l’operato di una organizzazione, ma è necessario che si rimanga nell’ambito del diritto e non si abusi del potere per censurare un movimento finché la magistratura stabilisce che la sua attività rimane nei limiti della legge.

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Ecco perché la Lega ha fatto bene a bocciare la Commissione Segre

Risultati immagini per matteo salviniNel 2010, all’interno del Ministero dell’Interno, veniva creato l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad). Gli ultimi dati disponibili risalgono al 2017, con 1048 presunti reati d’odio denunciati, in aumento rispetto ai 736 dell’anno precedente. Non sono disponibili cifre a proposito delle condanne relative all’anno 2017 né agli anni precedenti, ma sono invece disponibili i numeri relativi al 2016: ebbene, su 736 denunce per crimini d’odio, solo 424 si sono trasformate in processo e – udite udite – appena in 31 casi si è arrivati ad una sentenza di condanna. Continua a leggere

Francia, “Le Figaro”: “abbiamo diritto all’islamofobia”

Risultati immagini per Henry Peña-RuizAttento alla tematica (molto sentita in Francia) della laicità, circa un mese fa, lo scrittore transalpino Henri Peña-Ruiz, nel corso di una conferenza organizzata dal partito di sinistra radicale “La France insoumise“, ha scatenato le polemiche dei radical chic affermando: “abbiamo il diritto di essere islamofobi“.

La frase, subito rimbalzata sui social network, debitamente depurata del contesto e del resto della frase (“Abbiamo il diritto di essere ateofobi, così come abbiamo il diritto di essere islamofobi. D’altra parte, non abbiamo il diritto di rifiutare uomini o donne perché sono musulmani“), ha catturato l’attenzione persino del segretario di Stato Julien Denormandie, che su Twitter si era subito prodigato a richiamare il filosofo all’ordine. Da ogni parte, infatti, gli sono piovute addosso accuse isteriche di razzismo, costringendo l’autore ad innumerevoli interviste per spiegare la sua posizione. Continua a leggere

La censura di Facebook è un’arma politica intollerabile

Capita a molti di vedersi cancellato un post condiviso su Facebook: rientra tra le possibilità di cui la piattaforma ti avvisa al momento dell’iscrizione e, in linea di principio, è cosa buona e giusta. Ieri, però, è accaduto qualcosa di inquietante e che non può essere sottovalutato. Infatti, singolarmente nello stesso giorno in cui il nuovo governo (di “sinistra”) chiedeva la fiducia al Parlamento e fuori da Montecitorio l’opposizione “sovranista” riempiva le piazze, gli account ufficiali dei movimenti (di “destra”, presenti peraltro alla manifestazione anti-governativa) CasaPound e Forza Nuova sono stati cancellati in via definitiva, insieme a quelli dei principali dirigenti nazionali ed rappresentanti eletti (come era avvenuto in passato, ad esempio, per quelli del movimento su scala europea Generazione Identitaria).

Non si è trattato di un provvedimento verso un singolo “hater” ed un contenuto offensivo specifico, ma di una misura indiscriminata, mirata a colpire una precisa appartenenza politica. Un gesto, insomma, di forte e chiara valenza politica, assunta in seguito a una riflessione di natura altrettanto politica e non “tecnica/amministrativa”. Continua a leggere