Era già successo con l’account di Britain First, accusato di razzismo e silenziato senza troppe spiegazioni. Stavolta, invece, ad essere colpiti dal “provvedimento” sono i francesi di Generation Identitaire, movimento paneuropeo che lotta contro l’immigrazione di massa, nato proprio in Francia e presente ormai in molti paesi europei, Italia inclusa [qui la nostra intervista al portavoce italiano, Lorenzo Fiato].
Secondo Facebook, l’account inciterebbe all’odio e creerebbe un’atmosfera di intimidazione. “La pagina Facebook e l’account Instagram di Generazione Identitaria Francia sono state sospese senza alcuna giustificazione. Sono attualmente in fase di studio eventuali contromosse legali“, replicano i militanti dall’account “Defend Europe“, che prende il nome dalla missione dell’estate scorsa contro il traffico di clandestini nel Mediterraneo.
La realtà, infatti, è che su quella pagina, come sulla corrispettiva italiana, non c’è traccia di razzismo e odio, ma una ferma presa di posizione contro l’immigrazione, la sostituzione etnica e l’islamismo. Posizioni politiche condivisibili o meno, dunque, ma senz’altro legittime. E’ evidente, dunque, che siamo di fronte ad una vera e propria censura, l’ennesima mossa di Zuckermberg contro la libertà di pensiero che, per i progressisti, a quanto pare, è sempre e solo a senso unico, quindi finta. Loro sono liberi di pensare quello che vogliono, gli altri no. E per impedirlo basta criminalizzare chi ha idee diverse, così il confronto è stroncato sul nascere.
Solo pochi giorni fa, i militanti francesi erano del resto stati attaccati per la missione sulle Alpi, mirata a fermare il passaggio di immigrati non autorizzati dall’Italia alla Francia. Alle proteste antifasciste erano seguite le denunce, concluse con un nulla di fatto: Generazione Identitaria stava dalla parte della legge. Ma la repressione conta una lunga lista di azioni anche giudiziarie contro il movimento, in un caso sotto inchiesta addirittura per una manifestazione contro il terrorismo a Tolosa.
Emmanuel Raffaele Maraziti
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