Sono ormai pressoché quotidiane le notizie di accoltellamenti mortali nella capitale britannica. Basti pensare che, da inizio anno fino a ieri, hanno raggiunto quota 31, dopo l’uccisione domenica di un ventunenne a Wandsworth, sud-ovest di Londra. Tredici accoltellamenti fatali in diciannove giorni, una media inquietante che porta a 46 il totale degli omicidi (inclusi quelli commessi con armi da fuoco o altro) commessi, più di tre a settimana. Cifre che, andando avanti di questo passo, porterebbero ad un sorpasso del triste record del 2005 (181 omicidi).
Per fare un confronto, New York – 292 omicidi nel 2017 e per ora “ferma” a quota 50 – a febbraio e marzo ha avuto una media inferiore a quella londinese, che al contrario si è rivelata addirittura in crescita. Del resto, nel 2016 quasi 13mila sono stati gli accoltellamenti nella capitale inglese, che oggi vede ambulanze e soccorsi impegnati più spesso in casi di violenza che in incidenti stradali. Un fenomeno che colpisce soprattutto giovani di origine africana e che, secondo molti quotidiani inglesi, è da attribuire ad un riaccendersi delle cosiddette “postecode wars”, gli scontri tra gangs per il possesso di piccole porzioni di territorio, corrispondenti solitamente a un quartiere, una via o, appunto, area che fa capo ad un unico “codice postale”. D’altronde, secondo le stime, sono 50mila i giovani che fanno parte di una qualche gang nel Regno Unito, secondo un “trend” molto simile proprio alle multietniche città americane come appunto New York, dove nei decenni precedenti si arrivava a superare i 2mila morti e a sfiorare le 5mila sparatorie all’anno.
Con quasi 9 milioni di abitanti, a Londra una persona su tre non è nata nel Regno Unito e, in alcuni quartieri, la percentuale supera addirittura il 50%. I britannici bianchi che vivono nella capitale, dal 2001 ad oggi sono scesi dal 58% al 45%. Nel 1939 solo il 2,7% della popolazione era nata in un alto Paese. Si prevede che l’aumento degli immigrati porterà la popolazione di Londra ad un totale di 10 milioni di abitanti nel 2031, anno in cui le persone nate in un altro Paese supereranno quelle nate nel Regno Unito. Una situazione che rende certamente difficoltosa la coesione sociale e che proprio nelle sue divisioni territoriali spesso rispecchia quelle socio-economiche.