Oltre mille e trecento arresti solo a Londra: questo è il bilancio ufficiale (e provvisorio) al settimo giorno di proteste nella capitale britannica. Da lunedì, infatti, gli attivisti di “Extinction Rebellion” – che ieri seguivano accampati nella centralissima Trafalgar Square, circondati dalla polizia – hanno messo in scena diverse iniziative tese a paralizzare la città. Tanto che a finire in “manette” è stato anche un membro della casa reale belga, la principessa Maria-Esmeralda, trattenuta per cinque ore dalla polizia per un interrogatorio, proprio dopo aver partecipato alla protesta in Trafalgar Square giovedì scorso.
“Protestiamo contro i livelli illegali di inquinamento”, spiegano i manifestanti a “The Guardian“. “Il cambiamento climatico – secondo i manifestanti – porterà alla morte di miliardi di persone nei prossimi decenni”, riassume il “Telegraph“.
La protesta, che ha avuto luogo anche in altre importanti città del mondo (130 arresti ad Amsterdam, centinaia di attivisti dispersi a Parigi dopo aver bloccato la strada che porta al parlamento, dimostranti anche nei giardini del palazzo reale a Bruxelles), sembra dunque prendere una piega violenta, soprattutto a causa della presenza molto spesso delle frange più estreme della sinistra.
Chissà cosa ne pensa Greta Thumberg. Di certo, non ha espresso un parere positivo la comunità scientifica, che pur denunciando lo scarso impegno internazionale contro l’inquinamento, ha chiesto proteste pacifiche. Anche l’organizzazione “Green and Black Cross”, che supporta legalmente il movimento, ha rilasciato un comunicato per prendere le distanze da Extinction Rebellion, proprio a causa dei metodi utilizzati, annunciando che non lavorerà più con loro: consigli inascoltati, un approccio ambiguo alla legalità e alla sicurezza dei suoi stessi manifestanti, spiegano.
Molti leader del movimento, del resto, sarebbero invece, secondo il Telegraph, più vicini alla polizia di quanto si potrebbe pensare.