E’ arrivata ieri in Italia la piccola Tafida Raqeeb, 5 anni, che il Royal London Hospital aveva praticamente condannato a morte, dando inizio all‘ennesima battaglia legale nel Regno Unito sul tema del fine vita, stavolta vinta dai genitori.
Cittadini britannici originari del Bangladesh, il padre Mohamed Raqeeb, costruttore edile di 45 anni, e la madre Shelina Begum, avvocatessa di 39 anni, hanno ora rinnovato – tramite il loro legale Filippo Martini di Giuristi per la vita – la richiesta di cittadinanza italiana già presentata un anno e mezzo fa, al fine di facilitare le cure da un punto di vista sia burocratico che economico.
Partita da Londra, Tafida e la sua famiglia sono giunti all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova ieri poco dopo le 19, accolti dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, prima di raggiungere il Gaslini, dove la bambina potrà essere finalmente curata, grazie al parere dell’Alta Corte Britannica che aveva negato al Royal London Hospital la possibilità di bloccare la ventilazione.
Rimasta in stato di coscienza minima da febbraio, dopo un’emorragia cerebrale dovuta ad una malformazione ed un intervento al King’s College hospital, la piccola ha aperto diverse volte gli occhi, dimostrando anche la capacità di reagire alla voce della madre. Seppure il danno cerebrale sia permanente, i genitori sottolineano infatti i segnali di miglioramento dati dalla figlia, che secondo i giudici, sulla base dei referti, non è in una situazione talmente disperata da giustificare lo stop alle cure.
Musulmani e contrari anche per motivi religiosi alla decisione dell’ospedale inglese, i genitori di Tafida hanno potuto affrontare tutte le spese necessarie anche grazie ad una raccolta fondi di oltre 48mila sterline.