Nel dicembre del 2017 era stato fermato a Saragozza per l’omicidio di Víctor Laínez, 53enne ex militare spagnolo “colpevole” di indossare bretelle con i colori della bandiera spagnola. Venerdì scorso, però, Rodrigo Lanza, anarchico 33enne per cui l’accusa aveva chiesto 25 anni di carcere, è stato invece condannato a 12 anni. Secondo il giudice (e i nove membri della giuria), infatti, non aveva intenzione di uccidere.
Quella venuta fuori dal processo è la conferma che il giovane antifascista ha ucciso per motivi ideologici. Ma, secondo un verdetto a dir poco controverso, nonostante Lanza abbia colpito alla testa da dietro, nonostante sia accertato che Lanza abbia continuato a colpire la vittima quando si trovava a terra, nonostante sia stata rigettata la tesi della legittima difesa e delle minacce subite da parte dell’imputato, la condanna è stata più lieve di quella richiesta perché non è stato accertato l’utilizzo di una sbarra di ferro per compiere l’azione e perché a causare la morte non sarebbero stati direttamente i colpi ma la caduta.
Così Rodrigo Lanza, in seguito all’omicidio, è stato condannato a dodici anni soltanto a causa dell’aggravante ideologica e dei precedenti: nel 2006, infatti, aveva costretto in coma per tre mesi un agente, poi rimasto tetraplegico, colpendolo con una pietra durante una manifestazione a Barcellona.