In sette anni 55mila spagnoli hanno giurato: “difendere la Spagna a costo della vita”

Dal 2010 ad oggi, oltre 55mila spagnoli hanno prestato giuramento alla bandiera attraverso la solenne cerimonia del bacio al vessillo rosso-oro, ben 15mila persone soltanto nel corso dello scorso anno. A rendere noto il dato è il Ministero della Difesa, che mostra un incremento quasi ininterrotto dal 2010 (1.733 persone) al 2016 (14.735 persone) con una leggera flessione registrata soltanto nel 2013 e nel 2015 ma ampiamente recuperata negli anni successivi.La cerimonia, che prevede una parata militare e un discorso delle autorità, è aperta ai civili a seguito al decreto ministeriale 1445 del 25 maggio 2004, teso proprio a stabilire i criteri di partecipazione dei civili ad un momento fino ad allora riservato alle forze armate. La decisione, viene spiegato sulla rivista spagnola dedicata alla Difesa, era stata presa – anche a seguito dell’abolizione, nel 2002, del servizio militare obbligatorio – con l’obiettivo di “mantenere e rafforzare il vincolo” tra le Forze Armate e la società, fino alla creazione nel 2010 – a seguito delle richieste crescenti – di un registro centralizzato gestito dal Ministero per la partecipazione al giuramento. I requisiti sono quelli di base: nazionalità spagnola, non aver riportato condanne penali ed avere più di 18 anni. Il giuramento, che è possibile rinnovare dopo un periodo di almeno 25 anni, si può prestare anche se residenti all’estero, come avvenuto l’anno scorso per 47 spagnolo nel porto di Anversa, in Belgio, per 41 spagnoli residenti a Fortaleza, in Brasile, e per altri 29 che vivono a L’Avana, Cuba.

Le origini del giuramento“, spiega la rivista nel numero di ottobre, “risalgono all’antica Roma, all’impegno conosciuto come sacramentum, introdotto con le riforme militari di Augusto per ottenere la condizione di legionario. La formula si è mantenuta da allora in forme molto diverse nella storia degli eserciti occidentali”. In Spagna, pare che l’usanza venne stabilita ufficialmente da Carlo III nel 1768, mantenendosi essenzialmente identica fino al 1999, quando venne leggermente modificata fino a giungere alla versione odierna: “Spagnoli, giurate o promettete con coscienza e onore di difendere la Costituzione come legge fondamentale dello Stato, con lealtà al Re e, se necessario, di sacrificare la vostra vita per la difesa della Spagna?”. Una domanda a cui segue una risposta affermativa all’unisono e poi il tradizionale grido “Viva la Spagna! Viva il Re!“.

Il 41% delle persone che ha prestato giuramento nel 2016 vive nelle comunità autonome di Madrid (3.145) e dell’Andalusia (2.984). Seguono la Regione di Murcia (1.185), la Comunità Valenciana (1.038), le Isole Baleari (904), la Castiglia e Leon (764) e poi la Catalogna (704). Solo dopo le Asturie (699), Castiglia-La Mancia (637), l’Extremadura (557), la Galizia (509), le Canarie (505), Navarra (267), la città di Ceuta (250), Aragona (206) e la città di Melilla (95). Nel 2017, nonostante le cifre non siano naturalmente ancora definitive, pare che si arriverà ad una settantina di iniziative. Peraltro, più di trecento persone pare che abbiano giurato, otto giorni prima del referendum sull’indipendenza, proprio nella città catalana di Girona.

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