Parigi, “Generazione Identitaria” contro l’islamismo, ma il prefetto vieta il corteo

Molti hanno scoperto “Generazione Identitaria” grazie alla missione “Defend Europe” della nave “C-Star” per contrastare gli sbarchi clandestini dall’Africa all’Italia, passando naturalmente per il Mediterraneo. Domani, invece, l’organizzazione nata in Francia ma ormai presente anche in altri Paesi europei, avrebbe dovuto manifestare proprio a Parigi, a partire dalle 15, contro l’islamismo, a pochi giorni dal secondo anniversario degli attacchi nella capitale francese che fecero 130 morti. Poche ore fa, però, è giunta la notizia che il prefetto ha vietato il corteo a causa del rischio incidenti, dovuti anche alla contemporanea convocazione di un contro-corteo antifascista, anch’esso vietato per motivi di sicurezza.

L’assalto al Bataclan (spari in città ed un’esplosione vicino “lo Stade de France”) non sono però gli unici episodi a cui l’organizzazione avrebbe voluto fare riferimento attraverso la manifestazione indetta, che aveva intenzione anche di ricordare anche tutti gli altri attacchi “avvenuti sul suolo europeo negli ultimi due anni”.

Gli attentati a Bruxelles del 22 marzo 2016 (esplosioni e 32 morti), quello a Nizza del 14 luglio 2016 (80 morti e oltre trecento feriti fatti da un tunisino alla guida di un camion), l’attacco alla chiesa di Saint-Etienne de Rouvray il 26 luglio dello stesso anno (due francesi di origine algerina sgozzarono un prete irrompendo in una chiesa della Normandia e ferirono gravemente un altra persona), l’attacco al mercato di Natale a Berlino sul finire del 2016, sempre un tunisino con un tir, 12 morti e 56 feriti (il terrorista sarà poi ucciso dalla polizia a Milano), l’attacco a Westminster a Londra il 22 marzo 2017 (un inglese di origine pakistana che uccise 4 persone investendole e poi accoltellò a morte un poliziotto), l’attacco a Stoccolma il 7 aprile del 2017 (quattro persone investite e uccise da un uzbeko), gli spari a Parigi il 20 aprile del 2017 da parte di un francese di origine algerina contro un poliziotto (l’agente morto e altre tre persone ferite), i 22 morti durante il concerto di Ariana Grande a Manchester il 22 maggio del 2017 (un inglese di origini libiche che si fa esplodere facendo anche 250 feriti), l’attacco al London Bridge il 3 giugno sempre nel 2017 (un italo-marocchino, un pakistano e un algerino uccidono otto passanti) fino agli episodi più recenti. L’attentato a Barcellona il 17 agosto (13 persone uccise da un van sulla Rambla da parte di cinque nordafricani), due donne uccise da un marocchino nell’attacco a Turku (Finlandia) il 18 agosto, l’attacco a Marsiglia lo scorso 1 ottobre 8due ragazze sgozzate da un magrebino).

Un macabro e dettagliato elenco di tragici episodi dal quale pure restano fuori i “vecchi” attentati di Madrid nel 2004 (192 morti e oltre 2mila feriti) e di Londra nel 2005 (56 morti e oltre settecento feriti), oltre agli attentati sventati (come l’attacco al Louvre di Parigi il 3 febbraio 2017 da parte di un egiziano che viene però ucciso dai soldati francesi in tempo) e, ovviamente, quelli in preparazione intercettati dagli investigatori.

L’accusa, da parte di “Generazione Identitaria” è rivolta prima di tutto ai governanti, colpevoli quanto le ‘no profit’ che vogliono abbattere le frontiere di impegnarsi a “trovare un modo per far passare nuove leggi sulla cittadinanza, invece di spendersi per risolvere la crisi migratoria in favore dei propri cittadini”. Come del resto dimostra anche il dibattito in Italia, che a fronte delle pochissime espulsioni di immigrati irregolari e delle affermazioni del Ministro dell’Interno Minniti – che solo nelle scorse ore ha confermato che è reale il pericolo di infiltrazioni terroristiche attraverso gli sbarchi – sembra seriamente orientato a far approvare in tutta fretta la legge per facilitare l’acquisizione della cittadinanza (impropriamente detto ius soli), proponendolo quasi – contro ogni evidenza – come soluzione di lungo termine al problema terrorismo. “Questi politici”, si legge sulla pagina italiana dell’organizzazione, “hanno le mani sporche di sangue, e sono colpevoli di credere ancora nella grande bugia della società multiculturale“. Dura la conclusione del ragionamento: “L’Islamismo è un ideologia basata sulla supremazia, la coesistenza non è possibile“. Sarà per questo che domani, a Parigi, non sarà possibile ricordare le centinaia di morti del terrorismo islamico. E questo, a prescindere dall’idea che ci si può fare degli organizzatori, resta comunque una verità imprescindibile.

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