Roma, Salvini riempie Piazza del Popolo [FOTO E VIDEO]

Il treno speciale, partito da Milano alle 6.30 del mattino, dopo poco meno di tre ore è già a Termini. Poco dopo le 10 i lombardi, silenziosi e composti, sono già tutti in piazza. Anche i bus partiti dalla Calabria notte tempo arrivano con largo e anticipo e guadagnano la prima fila. Alle 11 Piazza del Popolo è già piena e pure continua ad arrivare gente. A mezzogiorno cori inaspettati preoccupano per qualche secondo i poliziotti schierati: sono i leghisti campani, che raggiungono la piazza a manifestazione abbondantemente iniziata e si fanno rumorosamente notare facendo il loro ingresso con megafono e urlando: “c’è solo un capitano”.

In piazza bandiere tricolori, bandiere della Lega, sole delle Alpi, i quattro mori sardi, la Repubblica Veneta, la trinacria e il nome di Salvini ovunque. C’è tutto lo stivale. L’Italia non è diventata leghista, è Salvini che ha fatto della Lega una confederazione virtuale delle identità regionali italiane. “L’Italia rialza la testa” è lo slogan che campeggia sul palco. L’inno di Mameli non suona, ma il verde-bianco-rosso abbonda.

Il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno apre le danze ma non brilla per doti oratorie, nonostante ammicchi allo stile ducesco lanciando domande alla piazza che, stancamente, la asseconda assolvendo al suo compito di rispondere ogni volta “si”. Si alla legittima difesa, si a punire i furbetti del cartellino, si alla semplificazione.

Decisamente più accorato ed entusiasmante, invece, l’intervento del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, ribattezzato il “ministro ultras”. Presenza nota nella curva dell’Hellas Verona, poco gradito al mondo lgbt per le sue dichiarazioni su politiche demografiche e “famiglie arcobaleno”, Fontana strappa i primi applausi sentiti.

“Il globalismo è un grave pericolo: ci vogliono trasformare in numeri, componenti di un ingranaggio, ma noi vogliamo tramandare la nostra tradizione, non ci vergogniamo dei simboli della cristianità e all’Immacolata concezione affidiamo questa reazione identitaria che vuole riportare l’Europa alle origini della civiltà. Voi siete i veri patrioti, voi amate veramente l’Europa”. Un tipo diretto il ministro, da pochi giorni in edicola con una intervista per il mensile” Il Primato Nazionale”, nella quale snocciola con orgoglio le cifre stanziate per famiglie e disabilità.

Se non si fanno figli non si alza testa“, insiste prima di citare niente meno che Giovanni Paolo II in versione sovranista: “la ragion d’essere dello Stato è la sovranità della società, della nazione, della patria“. “Oggi sarebbe considerato un sovversivo”, ironizza poco dopo Salvini, che torna sulle parole del papa polacco in merito anche alla sacralità del sentimento nazionale ma anche sulla fraternità tra i distinti popoli d’Europa e la necessità di una nuova civilizzazione europea.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, accolto sul palco in un tripudio ridondante di retorica musicale e coreografica, sembra quasi intimorito, più che dalla folla che lo applaude ad ogni sospiro, dalla stampa pronta a sparare a zero. Già in mattinata erano arrivate, del resto, le assurde critiche per il mancato spostamento della manifestazione e per la presenza del ministro a Roma anziché ad Ancona, dove nella serata di ieri c’erano stati sei morti e un centinaio di feriti durante un concerto. Il minuto di silenzio apre la manifestazione e i toni di Salvini rimangono bassi. É un discorso con pochi contenuti inediti ma con l’importante conferma dell’intenzione di governare per cinque anni con il M5S. “Abbiamo una visione, un progetto e la nostra idea di Italia e di Europa non dura sei mesi”, ribadisce, raccomandando poi alla piazza di “marciare uniti e compatti” così come Di Maio aveva fatto coi suoi. Il governo è e si sente sotto attacco: “i poteri forti sono contro di noi, significa che stiamo facendo bene. Questa è la prima di cinque manovre per rimettere al centro i piccoli e non i poteri forti e le multinazionali“.

“Qualcuno ha tradito l’idea di Europa”, afferma lanciando una sfida politica continentale e, pur prendendo le distanze dalla violenza, strizza l’occhio a chi in Francia scende in strada a chiedere le dimissioni di Macron: “chi semina povertà raccoglie protesta”. È per questo che invoca un mandato popolare forte per trattare con l’Europa anticipando che il governo non intende fare passi indietro sostanziali.

Lo stendardo con su scritto “L’Italia non è una colonia” è alto proprio al centro della piazza. Il governo non vuole un futuro di lavori precari ricattabili e senza via d’uscita che non permettono di avere un mutuo, fare progetti, avere una famiglia, spiega.

E, tornando alle sue ‘competenze’, tiene a sottolineare che “per i mafiosi non c’è spazio in questo paese” e che “i veri razzisti sono quelli che pensano di svuotare un continente con una storia millenaria come l’Africa per avere manodopera di riserva: non serve fare la carità ma dare un aiuto serio (come stiamo facendo in Ghana) per permettere a ognuno di crescere nella sua terra e tra la sua gente, senza sradicare nessuno”.

Ma è più o meno quando invoca il “buon Dio” una decina di volte, quando evidenzia il suo “sostegno sempre e comunque alle forze dell’ordine“, quando ripiega insomma su toni troppo fiaccamente borghesi, che la convivenza con il M5S sembra davvero cosa buona e giusta, almeno per evitare che la retorica di destra diventi insopportabile.

D’altra parte, saranno gli impegni o l’essenza stessa di una manifestazione che nasce con l’unico scopo di mostrare quanto la Lega ce l’ha grosso, ma nel suo complesso Salvini è sembrato un po’ spento. Per fortuna o purtroppo, siamo qui a giudicare un governo e non le prestazioni personali di qualcuno.

Emmanuel Raffaele Maraziti

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