Come vi avevamo raccontato, lo scorso 25 novembre, a Parigi, il movimento Generazione Identitaria, noto per aver sfidato le ong nelle acque del Mediterraneo, aveva in programma una manifestazione contro l’estremismo islamico ma, all’ultimo momento, la prefettura ne ne aveva vietato lo svolgimento per motivi di sicurezza. Secondo le autorità parigine c’era il pericolo che, a causa della contemporanea convocazione di una manifestazione antifascista in città, proprio in opposizione a quella degli identitari, i due fronti finissero per scontrarsi. E, a detta della polizia, gli agenti non avrebbero avuto la possibilità di far fronte alla situazione.
Ciò che non vi avevamo ancora detto è che, nonostante tutto, gli attivisti del movimento, fermamente decisi a ricordare le vittime degli attentati in Europa, hanno sfidato il divieto e si sono comunque presentati di fronte il Bataclan a manifestare dietro lo slogan: «Défendons l’Europe». E, pur senza creare alcun problema di ordine pubblico, sono stati identificati. “Non è perché lo stato proibisce ai giovani di manifestare contro coloro che uccidono i nostri fratelli e sorelle che abbasseremo la guardia. Al contrario, combatteremo l’islamismo in tutta Europa, con o senza il permesso di coloro che hanno deciso di proteggerli“, si legge in un post sulla pagina della sezione francese del movimento.
Decisi a non lasciarsi “censurare”, il movimento ha anche annunciato che provvederà a presentare ricorso al tribunale amministrativo contro una decisione ritenuta illegittima e per ottenerne il riconoscimento dei danni, dal momento che la notifica sarebbe giunta con un ritardo eccessivo. Un divieto che, secondo loro, è stato soltanto un pretesto, una “discriminazione inaccettabile” dal momento che la prefettura avrebbe poi “permesso che si svolgessero diverse manifestazioni politiche non dichiarate o depositate abbondantemente dopo la nostra”. “Le autorità stanno facendo il gioco dei violenti lasciandoli liberi di girare per le capitali europee indisturbati, mentre giovani patrioti non hanno diritto di manifestare civilmente”, ha dichiarato a Il Giornale, Umberto Actis, vicepresidente del movimento in Italia.
Proprio il venerdì sera precedente la manifestazione, infatti, un gruppo formato da una ventina di estremisti di sinistra, ripresi in un filmato da un passante, hanno intercettato gli attivisti di Gi presso la nuova sede parigina e li hanno assaltati. Tra loro, anche una parte della folta delegazione italiana giunta nella capitale francese per l’occasione, guidati dal responsabile nazionale Lorenzo Fiato. “La sera prima – racconta – siamo andati nella nuova sede dei francesi, non ancora pronta né ufficiale. In teoria nessuno dovrebbe sapere dove si trova. Stavamo solo bevendo qualche birra e chiacchierando del corteo del giorno successivo”. “Ero uscito per fare una foto e appena ho messo piede fuori – ha aggiunto – mi sono accorto di circa 20 persone, tutte incappucciate e armate, che correvano verso di noi urlando e spruzzandoci addosso spray al peperoncino. Ci siamo barricati dentro cercando di bloccare la porta. Abbiamo fatto da scudo alle ragazze nascondendole dietro il bancone o in bagno. Sono stati momenti di grande tensione”. Caschi, martelli e bastoni che hanno costretto anche suo fratello, rimasto fuori dalla sede, a rifugiarsi in un ristorante vicino dopo aver allontanato i primi assalitori. “E’ stato un attacco con metodo mafioso“, ha evidenziato Fiato, il quale ipotizza che gli antagonisti abbiano seguito qualcuno di loro per scoprire dove si trovava la sede.
Emmanuel Raffaele Maraziti