Secondo “Infomigrans“, il sito creato da un network di agenzie stampa a livello internazionale (tra cui l’Ansa), “in Germania i piloti stanno bloccando le deportazioni programmate dei richiedenti asilo a cui è stata rigettata l’istanza. Al tempo stesso, i rifugiati stanno facendo appello contro il rigetto con numeri record – e stanno vincendo”.
Secondo i dati del governo, sarebbero stati bloccati 222 voli: secondo la stampa i piloti non vorrebbero esser coinvolti in una questione ritenuta controversa coinvolgendo anche persone venute dall’Afghanistan. Ben 85 di queste azioni di protesta verrebbero proprio dalla compagnia di bandiera, la Lufthansa e la controllata Eurowings. Circa 40 casi si sono verificati all’aeroporto di Dusseldorf ma la maggior parte, 140, hanno avuto luogo a Francoforte.
Michael Lamberty, un portavoce della compagnia, ha difeso il personale di volo che ha portato avanti le proteste andando ostacolando di fatto l’applicazione della legge sull’immigrazione. Tutto ciò nonostante, secondo l’Eurostat, nei primi sei mesi del 2017, la Germania avrebbe dovuto far fronte a quasi 400mila domande di asilo (388.201). Inoltre, come anticipato, sarebbero praticamente raddoppiati rispetto allo scorso anno i ricorsi, con una spesa di circa 19 milioni da gennaio a novembre 2017 ed un aumento di 7,8 milioni rispetto allo scorso anno. Anche per questo, il governo ha proposto di dare tremila euro ai richiedenti asilo che accetterebbero di tornare nel proprio paese.
In tutto ciò, nella cronaca di Infomigrants, non fa mai curiosamente capolino il termine “clandestini”, tanto meno il sito d’informazione rende l’idea della faccenda con oggettività. Piuttosto, al posto di “rimpatrio” si usa più volentieri il termine “deportazione”.