“Senza Pjaca e Mandzukic la Juve sarebbe da terzo posto, mettili in campo livornese comunista!!!”. E’ bastato questo post, indirizzato all’allenatore juventino Massimiliano Allegri, a scatenare la stampa: “è bufera sui social”.
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Sfogliando “Riprendersi tutto – Le parole di CasaPound: 40 concetti per una rivoluzione in atto”
Certo è difficile parlare di questo libro senza fare riferimento a CasaPound.
Errore ancor più grave sarebbe, però, ridurne per questa ragione la portata, limitandosi a considerarlo un testo di interesse esclusivamente «militante». Del resto, lo stesso autore, Adriano Scianca, nell’introdurlo spiega: «è una cronaca raccontata su un doppio binario, perché parte da un’ottica tanto descrittiva che normativa».
Dunque, è si descrizione di ciò che è CasaPound in quanto movimento ma è, forse prima ancora, rivisitazione di quel complesso sistema di idee e spesso luoghi comuni che è ed è stato il neofascismo italiano, definizione dalla quale infatti ci si svincola dichiaratamente, bollando come «terminali» la maggior parte delle esperienze caratterizzate da questa impronta.
Ed è indubbiamente questa la ragione per cui «Riprendersi tutto – Le parole di CasaPound: quaranta concetti per una rivoluzione in atto» ha una sua propria valenza culturale che la rende un’opera fondante, che rifugge il ghetto proponendosi con successo innanzitutto questo: il coraggio di proseguire nel tracciare un solco.

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