I giornali di tutto il mondo li hanno additati come monumenti simbolo del razzismo e Trump è stato ovviamente bersagliato per la sua analisi “non in linea” dei fatti di Charlottesville, seguiti proprio ad una manifestazione contro la rimozione della statua del generale Lee. A Boston, decine di migliaia di persone sono scese in strada per silenziare una manifestazione di poche decine di persone. Ma, a parte le urla delle piazze e gli estremismi mediatici, la maggioranza degli statunitensi vuole che i tributi ai soldati confederati sudisti rimangano al loro posto. A riportare la notizia è l’agenzia stampa internazionale Reuters, che cita un sondaggio Reuters/Ipsos.
Ebbene, soltanto il 27% degli americani intervistati vorrebbe la rimozione dagli spazi pubblici dei monumenti in ricordo dei confederati. Un altro 19% è indeciso e, con il 54%, dimostrano di essere così in netta maggioranza coloro che non approvano assolutamente le rimozioni delle statue, che stanno comunque avendo luogo in tutti gli Stati Uniti, sotto la spinta delle proteste delle minoranze estremiste rilanciate dalla stampa.
Una dimostrazione plastica di quanto la piazza e la democrazia mediatica possano ingannare. La verità, infatti, è che la maggioranza silenziosa – e probabilmente pacifica – degli americani non ritiene evidentemente razzisti i monumenti che ricordano gli sconfitti della guerra civile. Per farla breve, stanno ancora con Trump, a dispetto della propaganda insistente che li vuole pentiti.
Addirittura, infatti, ben il 31% dei 2.149 intervistati (tra i quali 874 si sono dichiarati democratici e 763 repubblicani) è d’accordo con la versione fornita dal presidente Usa sui disordini di Charlottesville, che non sarebbero stati quindi unilateralmente provocati dai “suprematisti”, ma avrebbero visto anche la partecipazione violenta dell’estrema sinistra. In minoranza – in questo caso relativa (28%) – anche stavolta gli americani che attribuiscono, come la gran parte dei media internazionali, tutte le colpe ai suprematisti. Un distacco di soli tre punti percentuali che, però, viene accentuato da un 10% convinto che le colpe siano soprattutto dell’estrema sinistra. Indecisi rispetto a questo quesito il 32% delle persone interpellate.
Nel frattempo, ha superato le 20mila sottoscrizioni una petizione, proposta da Nathan Coflin su Change.org, per chiedere la rimozione di una statua in onore ai confederati presente a Portsmouth e la sua sostituzione con un tributo alla cantante rap e produttrice Missy Elliot (!). In Texas, invece, un ragazzo di 25 anni, Andrew Schneck, è stato arrestato mentre posizionava dell’esplosivo alla base di una statua per i confederati presente a Houston da ben 112 anni.
Emmanuel Raffaele