Di Battista: “Ecco perché non mi candido”

In un video postato pochi minuti fa, Alessandro Di Battista ha spiegato perché non sarà candidato alle prossime elezioni politiche.

Di seguito i passaggi fondamentali:

Ero disponibile a sedermi intorno a un tavolo se il Movimento fosse uscito dal governo entro l’estate. Così, dopo dieci giorni dallo scioglimento delle Camere, in virtù delle decine di migliaia di richieste, ho sentito la responsabilità di valutare l’ipotesi. Ma non ci sono le condizioni“.

“TANTI NON MI VOGLIONO, A COMINCIARE DA GRILLO DI CUI NON MI FIDO PIU’

Ci sono molte componenti dell’attuale Movimento, a partire da Grillo, che non mi vogliono, perché sono poco imbrigliabile e temono che possa ricordare errori politici fatti negli ultimi due anni da vari esponenti: senz’altro Grillo, Luigi Di Maio, Roberto Fico, insomma dai principali promotori dell’ingresso nel governo Draghi. Alcuni pensano che possa servirgli ma nessuno dei vertici mi ha chiamato per trovare una soluzione. Giuseppe Conte è una persona leale, un gentiluomo, con cui ho avuto un dialogo onesto”.

“Ho imparato tanto da Grillo ma oggi politicamente non mi fido di lui e sotto Grillo non ci sto”.

“GIA’ IN PASSATO MI AVEVANO FONDAMENTALMENTE IMPEDITO DI FARE IL CAPO POLITICO”

Sono stato costretto a lasciare il Movimento 5 Stelle perché, soprattutto Grillo, ha indirizzato il M5S all’interno del governo Draghi. Ma anche in precedenza ho avuto momento difficili, quando fondamentalmente mi hanno impedito di fare il capo politico evitando di votare o quando non hanno voluto pubblicare i voti degli stati generali perché io avevo preso il triplo dei voti del ducetto, capo politico e ministro Di Maio“.

“IL PD E’ UN PARTITO DI POTERE, IL PIU’ IPOCRITA”

L’alleanza strutturale con il PD è stato un suicidio. Ho combattuto finché sono stato costretto ad andarmene. Li avevo avvisati: vi prosciugheranno i consensi e poi non vi vorranno più. Il PD è un partito di potere, con enorme ramificazioni nel sistema bancario e finanziario, che si maschera da amico del popolo ma è più ipocrita di tutti, è il peggiore. Io non sono atlantista: oggi più Nato significa meno Europa e meno sicurezza“”.

“CREERO’ UNA ASSOCIAZIONE PER FARE CITTADINANZA ATTIVA”

“Impossibile fare un movimento nuovo in due mesi, ma creerò una associazione culturale per fare politica insieme da fuori, per fare cittadinanza attiva, per scrivere leggi e portarle in parlamento e poi in futuro vedremo”.

(a cura di) Emmanuel Raffaele Maraziti

Quando Renzi diceva: “chi ha perso le elezioni non può andare al governo” [VIDEO]

“Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo, noi non possiamo far passare il messaggio che il 4 marzo sia stato uno scherzo. Il Pd ha perso, io mi sono dimesso e sette italiani su dieci hanno votato o per Salvini o per Di Maio. E’ così e allora tocca a loro governare. Noi non possiamo con un gioco di palazzo rientrare dalla finestra dopo che gli italiani ci hanno fatto uscire dalla porta. Noi non possiamo pensare dalla mattina alla sera che i giochetti dei caminetti romani valgano più del consenso degli italiani”.

Così Matteo Renzi a “Che tempo che fa” il 29 aprile 2018 (in un passaggio che è ancora presente anche sul canale youtube del Partito Democratico), a poche settimane dalle elezioni politiche, quando il Pd rifiutava accordi con il M5S, che invece non escludeva di fare un contratto di governo con il centrosinistra. Continua a leggere

Ieri su El País: “Radiografia di un suicidio politico”

Questa la foto di Matteo Salvini che, ieri, campeggiava a pagina 4 di “El Pais”

Per “El Pais” è tutto molto chiaro: “Dopo le elezioni europee, nelle quali la Lega ha dilagato in Italia, il Governo si è spaccato in tre blocchi: l’esecutivo di Salvini; quello di Luigi Di Maio, e un altro formato dal primo ministro, Giuseppe Conte, il titolare degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, il titolare dell’Economia, Giovanni Tria, e lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Da questo terzo polo, più istituzionale e vicino all’Unione Europea – spiega un deputato del Pd prossimo alle negoziazioni -, si è iniziato a tessere la trama della cosiddetta Operazione Ursula […]. Diffidente per natura, questa volta [Salvini, ndr] ha percepito indizi reali”. Continua a leggere

M5S-PD: l’accordo non è uno scandalo, il peggio deve ancora venire

E’ il 2009 e il Movimento 5 Stelle è appena nato, quando Beppe Grillo si iscrive provocatoriamente al Pd e propone la sua candidatura a segretario del Pd. La sua iscrizione verrà rifiutata per l’evidente spirito di contestazione rispetto alla dirigenza del partito.

Ma il gesto ha un significato politico che rimane: il Movimento nasce a sinistra per prendersi la sinistra – in qualche modo per farla rinascere. Continua a leggere

Quando Conte assicurava: “non farò parte di altri governi dopo di questo”

Dalle trattative per la formazione del nuovo governo viene fuori che Conte premier è praticamente la conditio sine qua non posta dal Movimento 5 Stelle al Partito Democratico. Eppure, pochi mesi fa, lo stesso Conte assicurava che la sua esperienza al governo sarebbe finita con il suo primo incarico…