Se state leggendo, ci siete cascati. Siete dei perfetti lettori, incolpevoli per carità, della versione online di “Libero”, quotidiano fondato nel 2000 da Vittorio Feltri e ora diretto da Maurizio Belpietro. Infatti, se il titolo del presente articolo lo avessero scelto gli stessi che gestiscono la piattaforma social del giornale di centrodestra, verosimilmente sarebbe stato questo, ovvero, un pessimo esempio di informazione, che noi ci vergogniamo persino ad imitare scherzosamente ed in maniera funzionale. Che i loro titoli sulla versione cartacea non siano esattamente un esempio di equilibrio, è cosa nota. A volte centrano il colpo, a volte esagerano, ma non perdono del tutto la dignità giornalistica. Nella versione online e, soprattutto, nella gestione del profilo Facebook che permette alle notizie pubblicate di circolare più facilmente, siamo invece ad un livello di bassezza professionale insuperabile.
Il caso recente più noto è relativo alla candidata a sindaco di Roma del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, trattata come uno showgirl qualunque, con titoli inquietanti o semplicemente ridicoli in merito alla sua sensualità in studio da Bruno Vespa. “Sopra così, sotto da urlo. Tacchi, collant, delirio in studio: la candidata M5S Virginia Raggi da Vespa ci va così”, sparano in modo eclatante. E, nonostante le foto a smentirli, parlano addirittura di una eventualmente irrilevante “generosa scollatura” per raccontare di un vestito che, se non copre anche il collo, poco ci manca. Quanto al sotto da urlo, trattasi di una normalissima gonna, che evidentemente nel maniaco autore del trafiletto provoca però grandi sconvolgimenti.
Ma non c’è da farne “un caso”. Il caso, infatti, è un modo di fare giornalismo online che sta sporcando ulteriormente la dignità di fare questo mestiere. E, in questo caso, la dignità di una testata che non sarebbe neanche da buttare.
“Bruno Vespa demolisce la sexygrillina Raggi. Il dettaglio imbarazzante su Virginia: ‘Lei dal vivo…’. Uno apre, legge e scopre che di tanto imbarazzante e distruttivo c’è un commento del giornalista televisivo che spiega: “vista dal vivo è minuta, e non fa quella impressione. La sexy candidata? Beh, direi proprio di non esagerare”. In pratica, peraltro, sputtana proprio i loro titoli, ma che importa. Facciamone un altro, tanto non sono i contenuti che contano.
Un giro sul profilo Facebook di Libero e scopriamo uno degli ultimi titoli: “FOTO – La furbata della Javorcekova: vedete questa foto? Ce n’è una tutta nuda, censura fregata”. Acquolina in bocca già dalla foto censurata. Click scontato. La logica dei social funziona così. Ed anziché innalzare il livello, alcuni grandi giornali cavalcano l’onda. Conta fare click, intascare finanziamenti pubblici, appoggiare questo o quello. Con buona pace dell’etica professionale. Il caso di Libero nella sua versione online è un’esagerazione, una strategia precisa che non può definirsi neanche giornalistica. Il problema è più grave, invece, quando è più sottile, quando il titolo farlocco si nasconde tra le colonne ricche di titoli più “affidabili”, quando una non-notizia diventa discussione politica o sociale, quando una notizia, benché inutile, viene ripresa poi da tutti gli altri quotidiani online perché fa letture, quando il titolo non è un titolo, quando il titolo è deviante e la notizia, magari, ben più seria. Capita anche questo e bisogna farci molta più attenzione.
“Il vip la impalma, la madre s’infuria. Chi si prende la velina Ludovica (ha 22 anni più di lei)”. Ovviamente, non può mancare il suggerimento: “FOTO”. La gente vuole vedere, vuole il pettegolezzo e Libero come altri ne approfitta per ulteriori click. Da notare la furbata accennata poco fa: il titolo non riassume più la notizia. Si limita ad adescarti. Siete curiosi? E’ Luca Bizzarri, ma per favore non aprite quel link. Perché purtroppo tutto questo non succede soltanto con la cronaca rosa. Scorriamo ancora un po’ Libero ed ecco: “Spifferata dal Colle. La furia di Mattarella: attenzione, Bruno Vespa…”. La notizia che segue effettivamente sconcerta. Per vacuità. Mattarella, forse, si è incazzato con Bruno Vespa per l’intervista al figlio di Riina. Forse. Si dice. Perché nel comunicato laconico ha fatto sapere di non volersi occupare di palinsesti televisivi. “Bin Laden, in una lettera la profezia: ‘Cosa devi comprare per far soldi’ ”. Chiaramente il virgolettato è fittizio, artificioso. Serve a non dare la notizia suscitando però interesse. Un trucco. Bin Laden suggeriva ai suoi di comprare oro. In pochi avrebbero aperto una finestra per leggere una notizia che non promette niente di ulteriormente interessante. Altra notiziona poco più giù: “Ricordate questa Laura Ravetto? Dimenticatela: la svolta radicale in tv. Irriconoscibile”. Cosa sarà mai successo? Si sarà fatta tatuare in faccia il simbolo di Forza Italia, ricostruire il naso per assomigliare a un gatto, rasata i capelli a forma di svastica? No. E’ semplicemente andata dal parrucchiere: “Al tradizionale caschetto biondo e al trucco deciso, la Ravetto ha ormai scelto un look meno aggressivo”. Non sanno cosa inventarsi per fare click. Anzi, lo sanno benissimo: cazzate. “In Transatlantico c’è Enrico Mentana. Occhio, un politico gli fa questa cosetta qui”. Altro titolo stupidamente allusorio, altra notizia non detta, altra notizia inesistente presto svelata all’interno dello scarno articolo: “qualcuno gli avrebbe addirittura fatto il baciamano”. Non è uno scherzo o un’esagerazione. La notizia è davvero tutta qui. In ulteriore “forse”, peraltro anonimo.
Alle elezioni per il comune di Milano qualche sondaggio parla di avvicinamento e possibile pareggio. Secondo Libero si tratta di “un sondaggio che cambia la storia”. Ma il sesso fa visualizzazioni ed è quindi il tema ricorrente: “Herzigova cornuta? Con quale super-vip hanno pizzato il marito: intreccio sconvolgente”. Potremmo parlare della tematica, del titolo ancora una volta col trucco o della notizia come sempre inesistente. Oppure potremmo stendere un velo pietoso e, stando a quanto ci mostra l’analisi di appena tre ore di post di Libero, passare ad altro. Non per fare una rassegna dei principali quotidiani italiani, che si rivelano comunque molto più seri nell’approccio alla rete. Ma giusto per far notare che l’identico insopportabile metodo è utilizzato esattamente da TzeTze, il più utilizzato dai grillini, insopportabile fin nel maiuscolo dei titoli. “E’ TERRIBILE: NOTIZIA APPENA CONFERMATA”, annuncia la pagina Fb. E, sotto un’immagine di papa Benedetto XVI affranto, il titolo, se così possiamo chiamarlo, che ripete: “E’ TERRIBILE, NOTIZIA APPENA CONFERMATA, TUTTO VERO! ECCO COSA…”. La notizia, riportata in una dimensione normale, di per sé, potrebbe anche essere interessante: “Samir Khalil Samir, islamologo e consigliere di Benedetto XVI per i rapporti con l’islam, analizza il ricatto islamista contro l’Europa cristiana, scrive Giuseppe De Lorenzo su Il Giornale”. Ma l’allusione alla tragedia, alla lettura imperdibile fa sicuramente più click. “+++ULTIM’ORA – VLADIMIR PUTIN: CLAMOROSO POCO FA! LA NOTIZIA APPENA ARRIVATA!”. La notizia sono le non-dichiarazioni di Putin sulle cosiddette Panama Papers, nelle quali il nome del presidente russo, tra l’altro, non compare. Più giù, stesso schema, con la foto del calciatore ed il titolo: “+++ULTIM’ORA – IBRAHIMOVIC, NOTIZIA SHOCK POCO FA: IL DOPING, INCREDIBILE!”. La notizia, ripresa da tutti i giornali, è che Uff Karlsson, ex ct della nazionale svedese di atletica leggera, ritiene che l’attaccante, quando era nella Juventus, assumesse sostanze dopanti. Ora, lasciamo stare che si tratta di una opinione e non di una notizia: ma è questo un modo serio di fare i titoli? Prendere in giro i lettori con lanci tipo “MIGRANTI, ALLARME POCO FA: L’ITALIA, CRESCE LA PAURA” per raccontare che l’Austria avverte l’Italia sul probabile raddoppio del numero dei migranti il prossimo anno, francamente, non sembra lo sia.
Sulla bacheca de “Il Giornale” campeggia una foto di Corona con non si sa quale fanciulla: “Ritorno di fiamma per la coppia?”. E sticazzi no? Ma ok, è cronaca rosa magari. Molto più grave invece questo: “I Beckham nel tritacarne mediatico. Incredibile quello che fanno fare alla figlia”. Con tanto di commento: “GUARDA la foto che sta indignando il mondo”. Uno apre e la notizia è una bambina che sbuffa durante la manicure. E’ uno scherzo? Altro che CasaPound come reclamano i paladini della democrazia, chiudiamo un po’ di giornali, verrebbe da dire.
Del resto, è esattamente di virus democratico che si tratta. Adeguarsi al basso, anziché portare in alto i lettori. Dare al pubblico quello che vuole e non quello che serve. E, per forza di cose, servirsi poi di questo meccanismo. Lo specchio della democrazia.