Notizie brevi di cronaca bianca, politica o economia, raccontate senza ulteriori analisi e approfondimenti. Ma anche curiosità e notizie interessanti raccolte qua e là.
Tutto quello che c’è da sapere sul caso Chico Forti, le reazioni al suo rientro, le polemiche per il titolo de “Il Fatto Quotidiano” e il perché, in ogni caso, il suo rientro è una buona notizia.
E’ arrivata anche sui giornali italiani la campagna del governo spagnolo all’insegna del “body positive”. Ed è stata accolta, ovviamente, dagli applausi della sinistra nostrana che poi, però, si è lasciata sfuggire lo scandalo che ha seguito l’iniziativa. Ecco perché e di cosa si tratta.
In un colpo solo, ci siamo trovati di fronte ad una dimostrazione del pessimo stato del giornalismo oggi e della strumentalizzazione delle tematiche lgbt.
Due giorni fa, svariate testate (regionali e non solo), titolavano all’unisono: “Licenziato perché gay: la battaglia di Davide Sgrò a Catanzaro”. Oggi la smentita: lui o l’Agi (delle due l’una) si erano inventati tutto.
Istallato nella piazza centrale di Alicante già da martedì scorso, il presepe – che risulta al momento essere il più alto del mondo – sarà ufficialmente visitabile a partire da oggi e fino al prossimo 6 gennaio.
Con i suoi 18 metri, la scultura che rappresenta San Giuseppe raggiunge praticamente l’altezza di un edificio di quattro piani, fronteggiando maestosa la sede del Comune di Alicante, a due passi dalla vicina spiaggia del “Postiguet”. Anche la Vergine Maria però non scherza: con i suoi 10,5 metri, infatti, raggiunge comunque una dimensione doppia rispetto al presepe messicano che attualmente detiene il record ufficiale (poco più di cinque metri per i genitori del Messia dei cristiani). Poco più di tre metri, invece, per rappresentare Gesù appena nato.
L’opera, che pesa una tonnellata, è stata realizzata – dopo aver vinto un concorso pubblico – dall’artista alicantino José Manuel García Esquiva detto “Pachi”, che ha spiegato di essersi ispirato al modernismo alicantino di inizio XX secolo.
CONTRO MORRA UNA POLEMICA FONDATA SUL NULLA Con oggi sono quattro giorni che i giornali insistono sul nulla cosmico rappresentato dalla polemica per le parole di Morra. Ho capito benissimo perché al centrodestra fa comodo parlarne e travisare le parole, ma mi lasciano francamente senza parole le condanne ricevute dal suo stesso partito.
Soprattutto, però, ritengo incompresibile e inaccettabile la censura subita da un senatore da parte della televisione pubblica italiana per aver pronunciato delle considerazioni politiche (abbastanza elementari).
Solo negli ultimi sette giorni, sulle spiagge spagnole delle Isole Canarie, circa 2600 persone sono arrivate clandestinamente dall’Africa grazie all’uso di piccole imbarcazioni: una cifra che, da sola, sfiora quella relativa all’intero 2019 (2698 persone).
Tra i nuovi arrivi, sta facendo parlare molto di sé Hamza Tarik, influencer marocchino che, su Instagram, registrato come Patruckofficial, ha quasi 23mila follower. Il (t)rapper magrebino – autore di un video musicale dal titolo “Vida loca” che, su YouTube, ha fatto registrare oltre 60mila visualizzazioni – ha infatti “documentato” il suo viaggio proprio tramite le sue reti sociali: dodici persone, sorridenti e divertite, che si scattano selfie prima di raggiungere le coste spagnole.
La notizia di un trentenne americano, morto dopo un covid party e pentitosi poco prima di morire, ha fatto letteralmente il giro del mondo, ripresa più e più volte letteralmente dalle principali testate occidentali.
Peccato che nessuno sappia chi sia questo trentenne, quando sia morto, quando sia stato questo party e chi ci fosse.
E sapete perché nessuno lo sa?
Perché la notizia non è una notizia, ma una voce di corridoio non verificata.Continua a leggere →
Le intenzioni erano delle migliori: una manifestazione pacifica e apartitica contro il governo e la sua gestione della crisi, con un lockdown a cui non hanno corrisposto – secondo gli organizzatori – adeguate tutele per la popolazione e, soprattutto, per le fasce più esposte.
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Così, quasi un migliaio di persone – almeno il doppio secondo gli organizzatori – sono arrivate a Roma da tutta Italia, in risposta ad una iniziativa partita dagli ultras bresciani. Ma “Ragazzi d’Italia”, la firma della protesta, non era certo nata con l’idea di un raduno ultras – come molti giornali sembravano aver capito, chiedendo pareri addirittura alla nota sostenitrice laziale suor Paola – e, al contrario, l’intenzione era quella di coinvolgere anche la popolazione, da cui l’assenza di vessilli e bandiere.
Il lockdown ha costretto a una serrata di due mesi tantissime attività commerciali, ma tra le più colpite anche in fase di riapertura ci saranno ristoranti, pub ed altri luoghi di aggregazione, particolarmente sensibili alle regole di distanziamento sociale.
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L’ipotesi di piazzare sui tavoli dei ristoranti pannelli in plexiglass in stile parlatorio carcerario, la riduzione forzata del calo dei coperti con conseguente calo del fatturato stimato da alcuni fino al 70%, sanificazioni ed altre procedure (almeno inizialmente) a carico delle aziende e lo stop cassa integrazione con la riapertura, rischiano di rendere inutile ogni sacrificio e costringere tanti ristoratori alla chiusura definitiva.
Una strage economica che il nostro Paese non può permettersi ed un colpo alla stessa socialità.
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