Sanremo, fa già discutere “N.E.G.R.A.” della nuova proposta Cecile. Ecco le “pagelle” della prima serata

maxresdefaultHo guardato il Festival di Sanremo. Lo confesso. Parafrasando Rino Gaetano, del resto: non ho mai criticato un film senza prima vederlo.

Una buona dose di curiosità, la consapevole della centralità mediatica dell’evento e i quattrini pubblici (quindi nostri) che vengono spesi per realizzarlo mi hanno infine convinto. Ma, al di là dello “show”, ne valeva la pena per ragioni che poi si sono rivelate più sostanziali dello spettacolo in sé e delle stesse aspettative intorno ad esse. E ovviamente mi riferisco alle polemiche sui presunti spot di Sanremo 2016 a favore di unioni civili e adozioni gay.

Ma partiamo leggeri: Carlo Conti. Un buon presentatore e nient’altro: pessima spalla, riuscirebbe a fare a pezzi l’entusiasmo anche del cabarettista più spigliato. D’altronde, pare che il suo sia stato il Sanremo più redditizio di questi ultimi tempi e, allo stesso tempo, il meno dispendioso il suo cachet: “soltanto” 550mila euro. Il suo stile per famiglie, con tanto di tirata legalitaria alla Barbara D’Urso (“ringraziamo poliziotti e carabinieri che ogni giorno rischiano la vita per noi”), è forse perfetto per Sanremo. E proprio questo è il suo problema.

E’ solo grazie al talento della bravissima Anna foglietta (che peraltro si è dimostrata anche un’ottima cantante!) se per una volta viene fuori un siparietto quasi simpatico. Sul palco per pubblicizzare il film in uscita l’11 febbraio “Perfetti sconosciuti”, l’attrice ha partecipato alla kermesse insieme alla bella e genuina Kasia Smutniak, ex di Pietro Taricone.

Quanto alla squadra di Conti, partiamo da Gabriel Garko, che per evitare (o alimentare?) le voci sulla sua presunta omosessualità ha pensato bene di indossare occhiali multicolor e molto probabilmente anche di utilizzare nascostamente (e posteriormente) qualche strano sex toy, che lo ha costretto a stare rigido e impettito per tutta la serata. All’attore italiano, che nei giorni scorsi a chi gli chiedeva se fosse gay oppure no ha risposto con una supercazzola (quando un sonoro “sticazzi” avrebbe fatto certamente di più al caso suo), consigliamo vivamente di tornare a fare il suo lavoro. Che dovrebbe essere l’attore. Anche se non è il massimo nella recitazione. Va bene, dai, vada per Sanremo. Ma almeno, Gabriel, se mai ci sarà una prossima volta, compra occhiali nuovi che non ti facciano sembrare cieco e dislessico quando leggi il gobbo.

Chi gradiremmo sul serio non ritrovare nelle prossime edizioni è, invece, Virginia Raffaele, che tenta invano ormai da tempo un’imitazione della Ferilli che, per la ripetitività della tecnica usata, non è mai sembrata troppo riuscita. Riproponendo del tutto fuori contesto il personaggio, prova a sfruttare una comicità da cine-panettone che già in versione originale non risulta troppo simpatica, dando l’idea di una maschera che all’occorrenza fa anche da presentatrice. E che, inevitabilmente, lo fa male.

Quanto alla valletta Madalina Diana Ghenea, rumena classe 1988, a Milano da quando aveva 15 anni, già nel cast del celebre film di Sorrentino “Youth”, poliglotta ma apparentemente monotonale nell’esprimersi, diciamo pure che la sua presenza non dispiace (sempre meglio degli altri due!) seppur neanche entusiasma. Fa il suo lavoro, o meglio, fa la sua parte e la sua parte non è che sia esattamente quella che ti svolta la serata. Forse leggermente e involontariamente indelicata nel presentare Enrico Ruggeri: “a Sanremo già nove volte e in due casi ha pure vinto!”, ha esclamato quasi con stupore. Ma siamo certi che l’artista non se la sia presa.

Tra parentesi, con “Il primo amore non si scorda mai” ed il suo romanticismo mai banale (“Siamo il prodotto di antiche passioni che ci hanno svelato la vita”), il cantante milanese non delude ed anche musicalmente sigla un pezzo decisamente nel suo stile, seppur non impegnato come alcuni suoi testi più recenti, ma sicuramente adatto al contesto sanremese. Anche lui, tra gli altri, ha cantato col nastro arcobaleno in sostegno delle unioni civili.

Altro “big”, fuori gara, Laura Pausini, che non appare in grande forma canora ma eccelle nella paraculaggine in stile “siete bellissimi” che riserva al pubblico italiano e ostenta un eccessivo desiderio di giocare a fare la ragazza della porta accanto. Poco naturale nello sketch in cui avrebbe dovuto fingersi sorpresa del duetto virtuale con se stessa (attraverso un video con la sua esibizione d’esordio a Sanremo ’93), ad un certo punto si riscopre addirittura adolescente e accenna una voce da ragazzina. Laura: vai a cercare Marco, “grassie”.

Aldo, Giovanni e Giacomo, che il prossimo 25 aprile saranno a Londra a festeggiare il 25° anno di carriera insieme, non strappano neanche una risata alla platea. Comprensibilmente. Carlo Conti, molto elegantemente, prima dell’esibizione gli chiede: “ma come è possibile che in tutto questo tempo non siete mai stati a Sanremo?”. Peraltro, difficilmente li chiameranno ancora.

Simpatico, al contrario, il collegamento con Rocco Tanica di Elio e le Storie Tese nelle vesti di giornalista: il suo intervento e la sua finta rassegna stampa hanno regalato un tocco di comicità intelligente alla serata.

Detto questo, resta un mistero: che fine ha fatto Beppe Vessicchio?! Invocato da più parti (“Uscitelo!”) e soprattutto dalla rete, il direttore d’orchestra – ha garantito il conduttore – farà la sua comparsa stasera.

Morgan-cade-skaeboardSi è decisamente fatto notare, invece, Morgan, caduto in skate sul red carpet a poche ore dal festival ma impeccabile nel suo smoking durante la gara. Finalmente tornato a fare il suo mestiere insieme ai Bluvertigo, ha dimenticato a casa la voce ma, in compenso, è autore di un pezzo valido e più orecchiabile del solito, che non gli ha evitato, però, di finire tra i quattro meno votati e quindi a rischio.

Tormentone sicuro quello di Arisa, così come la canzone di Rocco Hunt. Inutili si sono invece dimostrate le polemiche per la partecipazione al festival di Elton John, contestata per la presunta intenzione di fare uno spot a matrimoni e adozioni per gli omosessuali. A parte una battuta detta di sfuggita (“non avrei mai pensato di diventare papà”), pericolo scampato. Anche se il pericolo rappresentato dagli idioti (in genere politici) che piegano ogni evento anche internazionale alle beghe di casa nostra e non riescono ad esprimere altro che pensieri volgari, confusi e mediocri, quello temiamo non sarà superato facilmente.

Tanto quanto il pericolo della retorica, della quale fa una bella scorpacciata Irene Fornaciari, con la sua canzone sulle cosiddette “stragi del mare” dovute ai flussi migratori incontrollati che lei, molto razionalmente, pensa di risolvere con una ricetta semplice quanto efficace, ma soprattutto inedita: “Non più guerre e religioni”. Eureka! Irene Fornaciari for president. Altro che Jovanotti.

Ma non disperate. A far parlare di sé, nei prossimi giorni, sarà sicuramente Cecile (Vanessa Ngo Noug), “nuova proposta” ventiduenne di Ostia che canterà “N.E.G.R.A”. “Da piccola”, racconta in un’intervista, “una bimba mi chiese di che colore fosse il mio sangue: fu molto colpita nello scoprire che era proprio come il suo”. Molto bella e molto nuda, il suo videoclip è già disponibile online [1] e farà discutere. Ottima operazione di marketing, testo dal vittimismo spinto, farà rabbrividire i sacerdoti mediatici del politicamente corretto soltanto per il numero di volte in cui ripete il termine improponibile “negra”. Atto di accusa contro il razzismo italico, il pezzo rivela un’incomunicabilità dalla quale sarà difficile sganciarsi senza andare oltre gli stereotipi e le strumentalizzazioni reciproche, che in questo caso abbondano (e un poco offendono).

“N.E.G.R.A. ma quando mi vedi nuda non te ne fotte più”. Cecile, stai senza pensieri.

Chiara-MatitaMa, ancora a proposito di volti nuovi, segnatevi invece questo nome: Chiara Dello Iacovo. Molti di voi la conosceranno già, visto che su Facebook la sua pagina ha quasi 14mila likes (a dispetto degli oltre 5mila dell’affascinante concorrente di colore). Ma a tutti gli altri occorrerà anticipare il titolo del brano con il quale parteciperà alla gara: “Introverso”. Capelli corti, aria sbarazzina, bella quanto semplice e con due occhi che ipnotizzano, look casual un po’ mascolino, Chiara canta una canzone dal ritmo vivace, musicalmente piacevole, con un videoclip ben scenografato [2] e un testo quanto meno non scontato. Aspettando di ascoltare il resto, siamo certi che queste due si daranno battaglia. Nel frattempo, tra i big, ad attendere il proprio turno ci sono alcuni personaggi interessanti: a cominciare da Neffa, passando per il rapper napoletano Clementino (protagonista di vari duetti proprio con Rocco Hunt) e finendo con Elio e le Storie Tese e la loro satira in musica dal titolo “Vincere l’odio”. Oltre a loro, ci saranno anche Patty Pravo, Dolcenera e Valerio Scanu, ci auguriamo senza barba, se non altro per non confonderlo con Conchita Wurst.

Emmanuel Raffaele

 

[1] http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2aed1376-27ba-4bdc-84d3-5d41eb8928c7-sanremo.html#p=0

[2] http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3d9db9de-ef59-41eb-b495-fe236b02be51-sanremo.html#p=0

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